L'innamoramento o un bell'evento provocano una gioia incontenibile in ciascuno di noi, talmente incontenibile che sentiamo un necessario bisogno di condividere quella gioia che ci ha attraversato la vita e ci rende inquieti e desiderosi di raccontare quella esperienza alle persone che ci sono intorno.
Dal Battesimo noi apparteniamo, diventiamo parte di Cristo, di quell'uomo-Dio che si è fatto crocifiggere per convincerci di quanto Dio ami l'uomo, di quanto Dio sia disposto a donare la sua vita pur di perdonare sempre i peccati dei suoi figli.
L'Amore è per-donare, non per serbare.
Se questa gioia, questo onore di appartenere a un Dio così grande ci attraversa la vita, allora questo Amore non possiamo tenerlo per noi, ma va donato.
Isaia parla di Dio in termini gioiosi (cf Is 66, 10-14), mentre Paolo rivolgendosi ai Galati si vanta di ciò che Cristo ha fatto per amore (cf Gal 6, 14-18).
Gesù, infine, ci fa capire (cf Lc 10, 1-20) che la missione dell'annuncio spetta a tutti (i battezzati del mondo) e non dobbiamo aspettare che siano gli altri a venire da noi o che si presentino le occasioni per parlare di Dio, ma dobbiamo noi muoverci verso gli altri, e far conoscere loro la fede attraverso la nostra vita. L'annuncio va fatto sempre e ovunque: Gesù invia i suoi discepoli (noi) in ogni città e luogo. Cristo vuole servirsi di noi per arrivare ovunque (politica, lavoro, sport, svago...).
Il Signore si fida così tanto che si fa precedere da noi... che coraggio!
Non è sempre detto che l'annuncio porti soddisfazioni immediate, ma il fatto stesso che ci abbiamo provato il Signore lo apprezza e assicura la salvezza.
Dio ci ha donato amore e vuole che noi ne facciamo esperienza e lo comunichiamo al mondo!
La gioia è piena quando è condivisa...
Quanto la mia vita è attraversata da questa consapevolezza di amore?
Quanta gioia di questo amore traspare con la mia vita?
Questa esperienza di amore "con" e "per" Dio la dono o la trattengo solo per me?
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