mercoledì 31 maggio 2017

Dio ha bisogno delle nostre gambe




Esattamente un anno fa nasceva questo blog sotto la protezione di Maria la quale, in questa festa, ci ricorda che solo se viviamo in preghiera e se ci impegniamo a fare esperienza intima col Padre comprendiamo la Sua volontà e come realizzarla. 

La Vergine Santa ci insegna che essere in comunione con Dio significa saper riconoscere le situazioni di bisogno dove Dio vuole essere portato. Solo nella preghiera riusciremo ad ascoltare quello che il Signore ci chiede: essere portato laddove ancora non è entrato, essere donato a chi è disperato, essere conosciuto da chi ancora lo ignora…

Il Signore domanda anche a noi quello che ha chiesto a Maria: aiutarlo a essere Onnipotente facendolo camminare sulle nostre gambe umane per essere portato lontano dalla nostra casa, dalle nostre sicurezze, dalle nostre abitudini, dai nostri soliti ambienti in cui (più o meno) si crede in Cristo, e arrivare in ogni angolo del mondo.

Solo con noi Egli potrà ancora compiere meraviglie...

d. Domenico

sabato 27 maggio 2017

L'ascensore dei desideri



No, non è un errore: oggi festeggiamo l'Ascensore (nel senso di Colui che sale) al cielo. Gesù dopo esser risorto e aver trascorso del tempo coi suoi amici torna dal Padre, in cielo. 

Tutti ci chiediamo se c'è il cadavere di Gesù e dove sia stato posto, ma molti ignorano che Gesù sia salito in anima e corpo al cielo dopo essere stato risorto. Questa sorte toccherà anche a noi che crediamo, nel momento in cui sapremo aggrapparci tenacemente e in modo convinto a Lui! Come? Seguendo i suoi insegnamenti.

Gesù andando via dalla vista umana, dice agli undici apostoli: «Ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Sembra un po' strano che Gesù vada via e resti tutti i giorni. È la potenza dello Spirito Santo: Gesù sale e lo Spirito scende perchè mandato dal Padre a suggerire tutto ciò che gli uomini devono dire e fare. 

Sarà proprio quello Spirito a darci la forza di adempiere alla missione che Gesù ci affida: «Andate e fate discepoli tutti i popoli» (Mt 28,19). Come si può pensare di evangelizzare e convertire chi non crede? È la potenza dello Spirito Santo che, invocato e accolto, ci anima per agire e parlare al tempo e al modo opportuno.

In fondo è così: tutti vogliamo salire al cielo, ma nessuno vuol prendere l'ascensore e lasciarsi tirare da Lui. Eppure è così facile: quando vuoi salire devi chiamare l'ascensore e premere il tasto della destinazione desiderata. Due considerazioni a tal proposito:

1. per chiamare l'ascensore di Dio (Gesù) non bisogna usare le cose materiali, ovvero le dita (come facciamo quando dobbiamo digitare il tasto di prenotazione), ma lo Spirito. Gesù (l'ascensore che ci deve tirare su) va chiamato invocando lo Spirito Santo e lasciandoci guidare da Lui...

2. la destinazione non va pigiata, ma desiderata: infatti desiderio (dal latino de- sidus, ovvero "senza stelle") indica la "mancanza di stelle", ovvero l'avvertire un sentimento di ricerca appassionata per ciò che è in alto, verso cui tendiamo. Non a caso quando cerchiamo qualcosa di indefinito, oppure siamo preoccupati, alziamo gli occhi al cielo. Dio va desiderato se lo vogliamo raggiungere e vogliamo godere dei benefici che offre. Per desiderarlo e quindi raggiungerlo dobbiamo seguire Gesù (in ciò che ha detto e in ciò che ha fatto). 

Sarà Cristo a rivelarci il desiderio di Dio che abbiamo (nascosto) e che spesso soffochiamo a causa di: cose materiali; o di alcune persone di cui vorremmo diventare l'ombra per trarne qualche beneficio; oppure di dinamiche che non sono "politically correct"; o, infine, di logiche del mondo che nulla hanno di umano. Esse, infatti, ci appesantiscono e ci legano alla terra e non permettono di elevarci.

Siamo chiamati alle cose alte... a Altre!

  • Cosa desidero?
  • Quali sono le cose (o le persone) materiali che mi bloccano in questa ascesa al cielo?
  • Come cerco di elevarmi?
d. Domenico





sabato 20 maggio 2017

Un Dio patrioska...






Avete presente le matrioska? Si tratta di quel caratteristico insieme di bambole tipico della tradizione russa, che si compone di pezzi di diverse dimensioni ognuno dei quali è inseribile in uno di formato più grande. Ogni pezzo si divide in due parti ed è vuoto al suo interno, salvo il più piccolo che si chiama "seme". La bambolina più grande si chiama invece "madre" (perché le contiene e le "genera"). La cosa bella è che insieme sono un tutt'unico: ciascuna da sola perde di senso!

Anche di Dio sembra essere una matrioska (cfr. Gv14,15-21): ci ha creati perché il suo amore avesse un senso. Gesù, essendo Dio, conosce questo pensiero divino e ci vuole avvicinare al Padre, perché anche la nostra vita abbia senso: «io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi... Chi ama me (mettendo in pratica i comandamenti) sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò». Quindi noi siamo il seme nel quale non può entrare nessun altro: la nostra vita ha senso se restiamo in Gesù, in comunione con Lui. Il nostro seme però è chiamato a portare frutto, cioè a fare entrare anche gli altri fratelli in comunione con Gesù attraverso la nostra testimonianza.

Il senso della comunione si capisce dall'affermazione di Gesù «voi (siete) in me» che però poi aggiunge «e io in voi». Ma non abbiamo detto che siamo "seme" e quindi non può essere niente in noi? È la logica del patrioska (mi piace definirlo così): Dio è nel Figlio Gesù e Gesù è in noi... pur restando "piccoli". Gesù entra dentro di noi coi sacramenti attraverso i quali ci dona lo Spirito Santo affinché, seguendolo, possiamo tornare al Padre. Fin tanto che seguiamo i comandamenti lo Spirito Santo è in noi, quando iniziamo a discostarci da essi, lo Spirito viene cacciato via... la comunione si rompe, per essere ristabilita con la confessione.

Ciò che mi colpisce del patrioska è che noi non abbiamo bisogno di essere grandi per accogliere il Figlio, perché è lo Spirito che ci rende grandi!

Quale grande onore ci dà il Signore quando partecipiamo all'Eucarestia! Con la comunione siamo chiamati a bere al cuore di Cristo per diventare fonti di vita per gli altri, per dare la nostra vita agli altri portandoli alla Fonte, Gesù, che è il cuore della vita. La vita piena e vera in Cristo!

  • Dove vado? Chi/Qual è il cuore della mia esistenza?
  • Quali sono le mie fonti? Di cosa mi disseto? Quali sono le mie seti?
  • Cristo vuole stare in me: come lo accolgo? Quanto spazio gli do nella mia vita?
  • Invoco lo Spirito Santo? Mi lascio guidare da Lui nelle azioni e nelle parole?
  • Che senso sto dando alla mia vita? Dio, in questo, che posto gli faccio occupare?
  • Sappiamo farci patrioska pure noi: entrare nella vita degli altri per riportarli al Padre?



d. Domenico    

sabato 13 maggio 2017

Il selfie di Dio


Ormai fare un selfie va di moda quasi che fosse una novità, invece è la cosa più antica del mondo! Dimentichiamo, infatti, che il selfie lo ha inventato Dio quando ha creato l'uomo facendolo a sua immagine e somiglianza. 

E il primo a scattare un selfie è stato Gesù. Non a caso quando Filippo (cf Gv 14,1-12) gli chiede "mostraci il Padre e ci basta", Gesù gli risponde deluso: ma non hai capito che io e il Padre siamo una cosa sola e tu vedendo quello che io compio vedi le opere di Dio? Purtroppo molti hanno ancora difficoltà a vedere Dio nelle piccole cose perchè si aspettano un Dio eccentrico ed esibizionista.

Nel Battesimo anche noi, attraverso Gesù, siamo diventati una cosa sola con Dio: quindi il nostro modo di agire, di parlare, di credere, deve mostrare Dio. Come Gesù era esegesi del volto del Padre, cioè il suo modo di vivere, di agire e di parlare raccontavano di Dio, così anche noi con la nostra vita dobbiamo essere immagine di Dio, affinché chi ha bisogno di vedere Colui in cui crede, lo possa vedere attraverso di noi.

Da qui la duplice responsabilità che abbiamo: compiere solo e sempre il bene, ma soprattutto compierlo bene! Non si può raggiungere un fine buono attraverso mezzi non buoni: non è da Dio! 

Noi siamo il selfie di Dio: chi vede noi deve vedere il Padre. 

  • Le mie azioni, le mie parole, il mio stile di vita, chi/cosa mostrano?
  • Sarebbe contento Dio di come lo rappresento?
  • Di cosa ho ancora bisogno per potermi identificare con Dio? Ci voglio lavorare su? Perché?
  • Quando mi dicono "se non vedo non credo", mi chiedo "cosa sto combinando"?

«Il più grande spettacolo dopo il big bang siamo noi: 
io e Te»

d. Domenico





domenica 7 maggio 2017

CHI-AMARE


C'è sempre qualcosa che ci blocca! A volte proprio le nostre aspirazioni (quelle che dovrebbero portarci in alto) non ci permettono di volare.

Volare ispira un senso di libertà in ciascuno, ma qualcosa non ci permette di farlo. Cosa? La mancanza di amore. Crediamo di poterci comprare l'amore degli altri, crediamo di poter vendere il nostro, ma quando non hai il potere per acquistare, che fai?

Quanto falso amore circola in rete, in tv, sugli smartphone... è un amore illusorio, che ti inebria, ti ubriaca al momento, ma quando la sbronza passa che succede? Ci rendiamo conto che quella sensazione di volo e di libertà è finita. Perché era una sensazione e non la realtà.

Così è per chi confida in falsi modelli, in chi promette vita felice, ricchezza, libertà, successo, sballo, poca fatica e massimo guadagno... Ormai si ambisce solo al potere, alla fama, alla libertà sfrenata prendendo come esempi coloro che dagli alti vertici non servono gli uomini ma si servono degli uomini. E nel non capire le vere dinamiche e finalità di chi propone false promesse, ci ritroviamo vittime e schiavi. Talent show che illudono di farci diventare come quel cantante, di avere successo e denaro; reality show che ci fanno credere che portare la vita privata in pubblico significhi fama assicurata; il calcio mercato ci inebria con l'idea che tutti i calciatori possono essere ricchi, onnipotenti, belli, bravi e liberi...

In tutto questo Dio dov'è? In tutto questo chi sto seguendo? Cosa amo? Chi amo?

Gesù, il bel pastore ci dice che devi amare chi ti sa chiamare per nome, chi ti conosce veramente e ti apprezza per ciò che sei e per ciò che non sei. Ci innamoriamo di modelli troppo ideali ma che non portano da nessuno parte! Mettiamo al centro della nostra vita cose o persone che della nostra vita non sanno che farsene. Gesù è l'unico che sa chi sono, quanto valgo e cosa posso diventare. Solo Lui ci tiene alla nostra vita!

Per prendere il volo devo seguire Lui: il pastore sa bene dove devono andare le sue pecorelle, conosce bene i rischi di chi prende strade secondo il proprio modo egoistico di pensare. 
Se vuoi andare in alto (se vuoi essere qualcuno) devi volare, ma ti sollevi se sei leggero quindi se abbandoni la zavorra che ti lega a terra, e che il Signore non ha chiesto a nessuno.

Gesù è il pastore buono che vuole il nostro bene: ci indica la strada da percorrere e ci rimette sul giusto cammino se iniziamo a sbandare. Lui vuole condurci alla meta ideale che è la vera libertà. Non è pensando solo con la propria testa che si è liberi, perchè spesso facciamo scelte che ci soggiogano a logiche e situazioni che in realtà ci schiavizzano!

Il successo di una vita ben riuscita è nel modello che si è posto al centro della propria esistenza e che si è scelto di seguire. Nessuno altro modello potrà garantirci la vera felicità, la vita pienamente realizzata e la risurrezione come invece fa il Signore Gesù. Allora bisogna amare chi ti sa chiamare alla sua stessa vita...

  • Qual è il mio modello? Cosa sto seguendo?
  • Dove voglio arrivare? Qual è la mia meta?
  • Il modello che sto seguendo cosa può apportare alla mia vita?
  • Che significa per me essere cristiano?
d. Domenico