domenica 31 dicembre 2017

"Valore Assoluto"


Oggi è la festa della Santa Famiglia, quella di Gesù, Giuseppe e Maria. Essa è santa perché ha saputo accogliere il Santo, Dio, mettendolo al centro. Chissà, forse già a quel tempo Maria e Giuseppe cantavano:

«Ti affido il mio presente
e li relativo vuoto:
sei Tu il mio vero e unico
Valore Assoluto»

Per vivere bene non basta avere dei valori in cui credere. I valori aiutano a vivere, ma non tutto ciò in cui si credere è un vero valore. I veri valori creano legami forti e gioia autentica e duratura. Il valore è ciò per cui vale la pena spendere la propria vita, perché la riempie di senso e la eleva! Dio, allora, non può essere solo un valore tra tanti, ma deve essere un valore assoluto!

La famiglia di Maria e Giuseppe è santa perché ha saputo accogliere Gesù, il Dio fatto uomo. Tutto è stato rapportato alla Sua volontà, realizzando così il significato di "santo" = distinto, separato dal mondo.

Ogni volta che si accoglie Gesù si diventa santi e c’è famiglia... l'unica famiglia, quella vera! Non può esistere una famiglia che non abbia Dio come riferimento, come sigillo! Senza Dio possono esistere unioni, legami, ma non famiglie. La famiglia non è un legame solo affettivo, ma anche divino! Senza Dio al centro dei rapporti questi sono destinati, presto o tardi, al declino.

Quante unioni sentimentali o sessuali cercano di affermare di essere famiglia e alla prima difficoltà si sciolgono... Dio non abbandona mai, perché Dio è assoluto! Senza Dio tutto è relativo.
Quante famiglie si dicono cristiane e vivono in modo distante da Dio, contrario alla Sua volontà, mettendo al centro falsi valori dimenticando l'unico valore assoluto...

Una famiglia che accoglie e vive Dio saprà superare ogni difficoltà umana, perché quest'ultima risulterà sempre relativa rispetto a Dio.
  • Quanto vale per me Dio? 
  • Su cosa ho fondato la mia vita? Successo, carriera, denaro, particolari persone, prestigio...?
  • Chi/cosa è il mio valore assoluto?
  • Quanto Dio c'è al centro della mia famiglia?

d. Domenico



domenica 24 dicembre 2017

Cielo chiama Terra


A Natale Cielo chiama Terra. Terra risponde?

In che modo il Cielo comunica con la Terra? Attraverso Gesù. Dio parla all'uomo in diversi modi, ma da sempre ha prediletto la forma più umana di tutte: l'amore. Dio vuole donare amore all'uomo e perché l'uomo si sentisse amato ha mandato un bimbo, il Bambino atteso da secoli, a comunicarcelo.

Quando il Signore decide di comunicare con noi, non si ferma al primo tentativo, al primo mezzo di comunicazione. Dopo aver usato la Parola, Dio per comunicarci che ci ama usa se stesso, in modalità "baby". Forse per suscitare in noi la tenerezza... Sì, perché il Bambinello non è solo un simbolo (ovvero qualcosa di astratto che rimanda a un'idea), ma un segno (tangibile e concreto) d'amore!

In fondo, un bambino che nasce è in sé segno di amore e di qualcuno che si è amato. Comunicare significa condividere. La nascita di Gesù è condivisione di amore, affinché di questo amore ne facciamo esperienza e, a nostra volta, lo comunichiamo ad altri. Questo è il senso del Natale! Se Dio si è fatto uomo, vuol dire che è l'uomo il "luogo" in cui trovarlo. È stando con gli uomini deboli e decidendo di schierarci con chi ha bisogno che impareremo a vedere il Suo volto. Dio si è fatto uomo, non animale, o pianta, o altro... Uomo!

Il famoso spot in cui si dice che a Natale dobbiamo essere più buoni ignora che quel Bambino dopo che è nato resta con noi, quindi va amato sempre e quell'esperienza d'amore va condivisa ogni giorno... altrimenti ci siamo solo presi in giro.

Il Signore ci ha donato un Bambino come segno del suo amore, non un pupazzo. È una cosa seria! Dio ha fatto sul serio con noi perché ci ha ritenuti degni. È arrivato il momento di contraccambiare "la stima"...

Il Cielo chiama la Terra... ma la Terra come ha deciso di rispondere?

Che la luce di questo Natale illumini la tua mente sulla strada da far percorrere alla tua vita!
Auguri... con Amore!
d. Domenico

venerdì 22 dicembre 2017

Le acque si stanno rompendo


Quanta sicurezza mi trasmette il Vangelo dell'annunciazione della nascita di Gesù (Lc 1, 26-38)! Mi fa riflettere su tre cose:

1. "Non temere": l'angelo chiede a Maria di fidarsi di Dio, anche quando sembra tutto così strano e contorto e diventa lecito dubitare. È proprio in quel momento che bisogna restare saldi e pregare. Dio ascolta la tua preghiera, e se ti sembra che non lo stia facendo è perché ha una volontà più bella e grandiosa per te. Tu devi solo fidarti, perché Lui sa di cosa hai realmente bisogno e se ha detto che non sei solo e che sarai felice, Egli esaudisce sempre le sue promesse...

2. "Avvenga secondo la tua parola": Maria mi insegna l'umiltà con la quale bisogna ascoltare la parola di chi ci parla a nome di Dio, anche quando non ci piace o appare scomoda. Spesso la volontà di Dio non è la mia e si presenta spesso in modo ambiguo e da non crederci! Tuttavia l'atto di fede è proprio qui! Dovrei fidarmi di più e lasciarLo operare più liberamente. Quante volte anteponiamo i nostri capricci, timori, ambizioni... a Dio! Pur, magari, dicendoci persone di Chiesa, uomini di fede...

3. "Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio": quante volte ho cercato di spiegare Dio in modo razionale... proprio Lui che opera con altre modalità! Quante volte prendo in giro Dio solo perché non ne avverto la presenza e quindi mi pare lecito deridere la possibilità che Egli mi salvi! Poi bisogna capire da cosa mi salva... dalla fine del mondo? Maria è beata perché accogliendo il Signore ha salvato la sua vita. 

La salvezza sta nel fare spazio a Dio nella propria esistenza, vivere una vita che affidandosi a Dio riscopra il significato dell'umiltà e della semplicità. Una vita che non sia attaccata agli onori e ai prestigi, ai fasti e alle cose tangibili e razionali. Dio, sotto forma di Spirito Santo, chiede che io lo accolga in me per generare l'Uomo. Poi sarà Lui ad alimentare ogni parte di me. Ma devo abbandonarmi a Lui!

Facile beffarsi delle cose "impossibili", ma poi quando si realizzano siamo tutti spinti a gridare al miracolo... compiuto, poi, da chi se non vogliamo credere in Colui che solo può compierli?

Le acque si stanno rompendo. A differenza di Mosè che divise in due il Mar Rosso per farci passare il popolo e condurlo al sicuro lasciando fuori gli increduli, questa volta è il Signore che apre le acque della vita e vuole stare con gli increduli, perché credano e siano salvati. Ma perché questo accada dobbiamo scegliere di accoglierlo, altrimenti saremo rei di aborto!

Prepariamoci a farlo entrare nella nostra vita! Prepariamogli una culla nel nostro cuore. Almeno da quest'anno diamo a Dio la possibilità di vedere che non siamo poi così indegni di quanto abbiamo ricevuto... gratis!
d. Domenico



domenica 17 dicembre 2017

The Voice... of God!


Perché una canzone sia davvero bella, deve essere ben interpretata da chi la canta. Interpretare significa fare propria una canzone, un testo, ed esprimerlo con tutta la passione. Chi ascolta arriverà a identificare quella canzone col cantante. Ma in realtà egli è solo voce di quella canzone, non la canzone stessa.  

Un appassionato professore che insegna Storia sarà identificato dai suoi studenti come la Storia, tanto da credere che quel docente nella sua vita faccia solo quello. 

Idem per un musicista: egli permette alla musica di prendere vita, ma non è lui stesso musica. Egli riproduce la musica scritta su uno spartito che altrimenti resterebbe muta se non ci fosse un appassionato a darle "voce". 

Questo deve essere accaduto al profeta Giovanni il Battista, così appassionato di Dio da aver maturato intimamente la consapevolezza che il Messia era prossimo alla venuta, ed esortava tutti a prepararsi. Deve essere risultato talmente convincente quando parlava di Dio e del Cristo, che molti credevano fosse lui il Messia, ma egli si è sempre definito voce: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: preparatevi!» (cfr Gv 1, 6-8.19-28). 

Giovanni grida nel deserto dei nostri cuori ormai troppo pieni di distrazioni per accorgersi che Gesù sta arrivando e invita a prepararci per fare una bella esperienza del Natale, per evitare che anche quest'anno passi come un giorno qualunque, presi dalle nostre distrazioni, dalle false priorità e dalle perdite di tempo...

Giovanni ci presenta Gesù perché, facendone esperienza, sappiamo farci a nostra volta voce per chi ancora non Lo ha incontrato. Il nostro Battesimo non è solo inizio alla vita cristiana, ma ci rende concorrenti della missione: diventare annunciatori, ovvero voci, di Cristo. Non saremo mai noi stessi Gesù, ma sarà bello permettergli di parlare attraverso la nostra voce. Sarà incredibile poter essere la sua The Voice!
  • Cosa mi appassiona davvero? Per cosa/chi non vedo l'ora di spendermi?
  • Quanta esperienza di Gesù faccio? Mi accontento della Messa (spesso una tantum) oppure cerco anche esperienze più profonde di fede magari con gruppi di preghiera e/o di confronto?
  • Quando parlo, quanto Dio e quanta fede c'è nelle mie parole? E nella mia vita?
d. Domenico





domenica 10 dicembre 2017

Impresa di pulizie



La seconda domenica di Avvento mi fa sempre pensare a mia madre e alla sua mania per l'ordine e per il pulito: quando ero più piccolo ero quasi ossessionato dalla sua voce per casa che metteva fermento e invitava a essere sempre pronti per qualche visita improvvisa. Benché non venisse mai nessuno a trovarci, lei come il profeta Isaia (cfr. Is 40,1-5.9-11) diceva di tenere sempre tutto pulito e in ordine.

Un senso di attesa, il suo, che ricorda quello della lettera di Pietro (cfr. 2Pt 3,8-14) in cui si dice che il tempo che ci viene dato non deve essere preso come una lentezza di intervento del Signore, ma tempo proficuo per convertirsi e farsi trovare pronti, perché Egli "verrà come un ladro", non avviserà, e premierà coloro che si sono preparati e hanno saputo accoglierlo al meglio!

In effetti, alla fine arrivava qualche visita inaspettata. La mia meraviglia era nel poter accogliere quella persona in un ambiente già ordinato, pulito e profumato, tanto da trasmettere all'ospite un senso di piacere e la sua permanenza si prolungava per l'agio che ne traeva. 

Da qui ho imparato cosa significa davvero attendere il Signore: non sappiamo quando verrà, ma non possiamo prepararci solo quando arriverà, perché non ne avremo il tempo! Il cuore va pulito e riparato ogni giorno, va allargato e reso accogliente meditando e applicando ogni giorno la Sua Parola. Il resto è opportunismo di cui il Signore terrà conto. Non si può pensare di fare tutti i propri comodi e poi, se e quando avanzerà del tempo, dedicarlo a Dio. Non è forse vero che per le persone/cose che riteniamo importanti sappiamo trovare tutto il tempo?

  • Come mi sto preparando al Natale?
  • Di quali pulizie ha bisogno il mio cuore?
  • In cosa ho bisogno di fare ordine?
  • Se Dio venisse in questo momento, di cosa mi vergognerei della mia (condotta di) vita?
  • Quali sono le priorità della mia vita? Dio a che posto si trova?
d. Domenico



venerdì 8 dicembre 2017

“Dove sei?”



Maria è Immacolata, cioè senza macchia, perché ascoltando sempre Dio non ha mai permesso al peccato di scalfirla, di macchiare il velo bianco della sua purezza.
Pecca chi non sa/vuole fidarsi di Dio... e quindi si nasconde nel peccato come succede ad Adamo. 

Nella prima lettura (Gen 3,9-15.20) Dio chiede all’uomo “Dove sei?”, lo invita a fare verità su se stesso. Gli domanda se sa riconoscere dove lo sta portando la sua condizione umana: se si sta abbandonando ai peccati o si sta sforzando sinceramente a vivere secondo Dio. La prima donna ha tradito il progetto di Dio, quindi Dio ha deciso attraverso Maria (nuova Eva) di riprovarci, di dare alla condizione umana una nuova connotazione, nuova esistenza. 

E nel Vangelo (Lc 1,26-38) leggiamo che Dio entra nella vita dell’uomo non per impaurirlo, appesantirlo o sottometterlo, ma perché sia felice: “Rallegrati... perché il Signore è con te”. Basta questa consapevolezza per essere felici, basta avere il Signore per avere Vita. E non bisogna temere/dubitare mai di questa Presenza. Ma soprattutto bisogna saperla accogliere senza se e senza ma

Maria, donna nuova, è donna di accoglienza perché ha saputo arrendersi a Dio, ha fatto di Lui il centro della sua vita: “Ecco la serva... avvenga...”

Maria ci insegna che se nella nostra vita tutto sta andando a rotoli, se le certezze iniziano a vacillare, se l’insoddisfazione avanza, allora dobbiamo chiederci:
  • Dove sono nel mio cammino di fede? 
  • Su chi/cosa sto fondando la mia vita? 
  • A chi sto dando la mia fiducia? 
  • Quanto mi arrendo davvero alla volontà di Dio? 
  • Quanto gli permetto di sconvolgere la mia vita?
Solo così anche io potrò essere pieno di quella Grazia che ha riempito la Vergine Immacolata.

d. Domenico



domenica 3 dicembre 2017

“Chi dorme non piglia Cristo”


L’anno liturgico scandisce i tempi del vivere la vita cristiana. Oggi inizia un nuovo anno liturgico, preparandoci a vivere il momento dal quale tutte le feste e i momenti cristiani prendono senso: il Natale. Con l’Avvento si apre a noi un cammino verso la grotta di Betlemme dove Gesù verrà a nascere, sia che ci siamo preparati bene, sia che ci siamo preparati male.

Ci viene donato un tempo di quattro settimane per svegliarci dal sonno accumulato durante il precedente anno, un sonno fatto di vizi, distrazioni, opportunismi, disinteresse, mancanze, menzogne, interessi economici, estetismi, ecc. Oggi nel Vangelo Gesù ci esorta a vegliare (Mc 13,33-37), a stare attenti, ad aprire gli occhi per intraprendere un cammino affinché sia proficuo e bello, affinchè arriviamo a destinazione con occhi capaci di vedere ciò che succede davvero a Natale e saper riconoscere Chi nasce, e perché ha deciso di farlo. 

In questo tempo non dobbiamo contemplare e riflettere solo sulla venuta storica di Gesù avvenuta 2000 anni fa, nè soltanto sulla Sua venuta gloriosa che avverrà alla fine dei tempi, ma sulla Sua venuta quotidiana. Il Signore ogni giorno vuol servirsi di ciascuno per entrare nel mondo e venire a visitarci e a comunicarci il Suo amore per ognuno di noi. I cristiani hanno il dovere di aprire questa strada a Dio perché entri nella storia presente e di gettare le buone basi per la vita futura.

Se abbiamo scelto di restare a dormire e di non vegliare, perdiamo due opportunità: diventare santi e santificare il mondo. Come si può notare, a nessuno giova dormire. È sempre vero il vecchio detto “chi dorme non piglia pesci”. In fondo, come si può dormire sapendo che sta per arrivare un ospite importante? Noi potremmo dire che “chi dorme non piglia Cristo”, dal momento che Gesù viene per incontrarci e noi possiamo scegliere di rimanere indifferenti ed evitarlo vivendo anche questo Natale in modo pagano. Quindi c’è da chiedersi: 


  • Quanto è importante per me il Signore? Lo voglio incontrare?
  • Come mi sto preparando per la Sua venuta? Come voglio vivere questo Natale?
  • Come permetto a Dio di venire ogni giorno nel mondo?

d. Domenico