sabato 15 dicembre 2018

Ci siamo trasferiti...


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d. Domenico

domenica 9 dicembre 2018

Un GPS verso il Signore (II AVV C)




Capita a tutti di perdersi, a volte per colpa propria, a volte per colpa altrui. Anche chi segue le indicazoni del navigatore GPS potrebbe (raramente) sbagliarsi, ma se sa leggere anche i segnali stradali può ritrovarsi più facilmente.

Giovanni Battista può essere un buon GPS perché ci richiama e ci avverte che la strada che stiamo percorrendo è sbagliata. A quel punto posso scegliere se ascoltarlo o andare avanti. Nel primo caso potrei mettermi sul giusto cammino prima che sia troppo tardi, altrimenti posso proseguire secondo la mia strada assumendomi le responsabilità dei miei errori. 

Tuttavia, il Signore ci mette sempre sul percorso dei segnali da seguire per poterci ritrovare... dobbiamo però leggerli e farli nostri!

Alcune persone ci possono aiutare nel cammino di fede per prepararci al Natale, ma se ho scelto di non seguirle, non arriverò mai pronto e non saprò riconoscere Gesù e il significato di quel giorno. Finirò così per dare più importanza ai contorni mondani di quella festa. Se invece mi lascio guidare anche dalla Scrittura e dai profeti che ci preparano alla nascita del Messia promesso fornendoci le chiavi di lettura, ecco che il Natale avrà un sapore diverso.

Il mondo ci fa perdere, ci pone segnali sbagliati, noi dobbiamo saper accendere il GPS del nostro cuore, tenere lo sguardo fermo sulla destinazione che vogliamo raggiungere e usare il cervello per distinguere i segnali che indicano la giusta direzione.


  • A cosa sto dando più rilevanza per il Natale?
  • Quanto tempo sto dedicando alla preghiera? Quanto ai contorni mondani del Natale?
d. Domenico



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sabato 8 dicembre 2018

Maria è modello di libertà (Immacolata Concezione)


Maria è Vergine, è beata, è prescelta, è bella, è pura... non perché ha dato al mondo il Figlio di Dio, ma perché ha scelto di essere libera.

Essere liberi come Maria significa seguire il suo esempio: lasciarsi riempire dallol Spirito Santo e lasciare operare Dio. Maria è bella perché ha scelto di seguire sempre la volontà di quel Dio che ha amato sopra ogni cosa. La sua verginità e la sua maternità divina sono conseguenze di questa libertà. 

Maria non poteva desiderare di più che essere perfetta. E solo chi si lascia plasmare dallo Spirito e agisce secondo Dio sarà perfetto.

Maria è un ulteriore dono che Dio dà agli uomini affinché possano trovare la perfezione a cui tutti aspirano e che solo Maria è riuscita a realizzare rinunciando al peccato e riempiendosi di grazia divina.
  • Io come realizzo la volontà di Dio?
  • Di cosa mi riempio?
  • Quanto mi lascio guidare dallo Spirito Santo per rinunciare al peccato?
d. Domenico
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domenica 2 dicembre 2018

Una sveglia per Natale (I AVV C)


È vero, ci svegliamo presto ogni mattina per andare a scuola, lavorare e occuparci delle cose di ogni giorno e appena possiamo cerchiamo di riposarci un pò. Però quando qualcosa è davvero speciale per noi, non perdiamo tempo e sappiamo perdere anche il sonno per questa cosa. 

Il Signore non vuole farci perdere il sonno, ma ci mette sull'attenti: ovvero di saperci svegliare per evitare di restare troppo prigionieri del sonno. Insomma, saper utilizzare bene il tempo. In questo periodo dell'anno, la Chiesa inizia il tempo di Avvento, il periodo in cui dobbiamo prepararci: c'è un ospite speciale che vuole venire a casa nostra, vuole incontrarci... ma se non siamo pronti e attenti lui viene e noi non lo riconosciamo. 

Colpa di questa disattenzione sono le distrazioni che rubano la maggior parte della nostra giornata: sport, giochi, messaggi, internet... tutte cose belle, ma che non ci preparano in modo adeguato a riconoscere i segni di chi sta venendo e non ci aiutano a intuire il momento in cui verrà.

Gesù ci parla, ci avvisa e ci viene incontro, ma siamo così presi da tante cose da non accorgercene. Forse dovremmo puntare una sveglia ogni giorno alla stessa ora per pregare almeno 10 minuti e chiedere a Gesù di aiutarci a riconoscerlo e prepararci ad accoglierlo quando arriverà senza preavviso.

Allora sarà vietato lamentarsi con la scusa: "ma non lo sapevo!"...

  • Cosa prende la maggior parte del mio tempo?
  • Da cosa potrei farmi distrarre meno in questo periodo?
  • Quanta preghiera c'è nelle mie giornate?
d. Domenico

domenica 25 novembre 2018

Gesù è il re, noi la corona (Cristo Re)


Un re è una guida forte, un modello di uomo pienamente realizzato, una persona con pieni poteri libera di fare tutto ciò che desidera.

Parlare di Gesù in questi termini sembrerebbe una cosa strana e del tutto impensabile. In effetti allo sguardo umano Gesù è solo uno che si è battuto per il bene, ma alla fine il male ha avuto la meglio su di lui. Eppure, se così fosse, già questo basterebbe a poterlo definire un esempio di persona che lotta per il bene e non si arrende al male.

Si potrebbe dire che Gesù non è riuscito ad affermare il suo ideale perché si è sforzato ben oltre il limite umano, ma non è riuscito a lasciare niente. Se così fosse, potremmo già definirlo un uomo pienamente realizzato perché impiegando tutta la sua umanità a favore di tutti gli uomini l'ha perfino superata.

Infine, si potrebbe obiettare che Gesù sia davvero un re dal momento che non è stato libero di affermare il suo regno sulla terra. E anche su questo si potrebbe imparare da Gesù che il suo regno "non è da questo mondo e il suo potere non è da quaggiù" (cf Gv 18,36) ma è dal cielo, laddove il Padre era dispiaciuto della condotta umana. Così Gesù ha liberamente scelto di porre in essere una forma di amore estrema esercitando la sua libera volontà e il suo più grande desiderio: che il Padre attraverso di Lui perdonasse i peccati degli uomini.

Si realizza così il potere più grande quello dell’amore che dal trono della croce dona agli uomini lo Spirito Santo e con la risurrezione dai morti libera tutti dalla schiavitù della morte. Quale re sarebbe stato capace di tutto questo? Non certo uno di questo mondo!

A differenza dei re della terra, Gesù non sottomette nessuno, anzi vuole sopraelevare tutti e metterli come corona sul suo capo, come emblema della sua regalità e del suo amore. 

  • Quali sono i poteri mondani ai quali mi sottometto?
  • Quanto sono schiavo delle mie passioni? Quali sono?
  • Chi/cosa è “re” della mia vita?
d. Domenico





domenica 18 novembre 2018

Gesù è in viaggio... (33 TO B)


Quando ci mettiamo in viaggio sappiamo quando partiamo e quando dovremmo arrivare. Anche se nulla è mai certo quanto meno abbiamo la possibilità di prepararci per la destinazione che ci attende.

Per le cose di Dio non funziona così. Gesù ci mette allerta che non sempre quando vediamo fenomeni strani dai sapori apocalittici sta giungendo davvero il momento della fine. Oggi molti sono abituati a farsi due calcoli e programmarsi la vita come meglio conviene. 

Anche nella vita di fede ormai si è diffusa questa pratica tipicamente mondana. Molti si avvicinano al Signore solo in età adulta, magari eccessivamente avanzata, perché sentono che la loro vita in terra si sta accorciando e pensano bene di prepararsi un posto in cielo fin tanto che gli resta da vivere. E questo basta? E se il Signore dovesse ritornare a prenderci prima dell'età adulta?

Gesù è in viaggio, ma nessuno, nemmeno Lui, sa quando arriverà! 
Infatti nel Vangelo leggiamo che Gesù dice: «Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre» (Mc 13,32).
Dio Padre è così: gli piacciono gli effetti sorpresa, magari perché vuole che gli siamo fedeli sempre e che mettiamo da parte l'opportunismo che il mondo ci insegna. 

Trattare qualcuno solo perché ci è utile non è un atteggiamento cristiano, tanto meno è un comportamento da riservare a Dio. Il Signore non possiamo prenderlo in giro!

Anche se Gesù non sapeva quando sarebbe giunta la sua ora, quanto meno è riuscito ad avvertire che essa si avvicinava, grazie al rapporto intenso e profondo che costantemente manteneva col Padre. Come quando frequentando una persona continuamente, ne conosciamo le sfumature e iniziamo a prevedere le sue reazioni, ad anticipare le sue risposte, a intuire i suoi desideri... Alcuni santi hanno vissuto proprio in questo modo il rapporto col Signore.

Una cosa è sicura: il Signore tornerà! Fino ad allora, anzichè spendere energie a cercare di "calcolare" il momento preciso del suo arrivo (terribile atto di presunzione che con superbia si imporrebbe finanche all'insegnamento lasciatoci da Gesù), dovremmo iniziare a prepararci giorno per giorno senza rimandare...
  • Come mi sto preparando?
  • Quanto Dio trasmetto ogni giorno con le mie parole e le mie azioni?
  • Che rapporto ho col Signore? 

d. Domenico


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sabato 10 novembre 2018

Dio guarda i dettagli (32 TO B)


Non importa cosa doni, importa come lo doni.

Un uomo ricco che per farsi maestro e per vanagloria dona una parte del suo tesoro. Una vedova che avendo poco dona tutto quel poco che le rimane per vivere.

Gesù non guarda la quantità, Gesù nota il dettaglio: quella donna povera aveva solo due centesimi e se ne priva con gioia. Quel ricco, pur avendo tanto, dona solo qualcosa che potesse servire per farsi notare. La donna agisce per Dio, l'uomo agisce per sé. 

Il ricco da un valore economico a Dio cercando di comprarselo col denaro, la vedova non avendo niente non può quantificare Dio e gli dona quanto di più prezioso possiede, sapendo in cuor suo che non basterà mai. 

Gesù non si compra, ma si ama. E chi ama davvero è pronto a donare tutto, perfino il proprio cuore!

  • Cosa/chi amo?
  • Cosa dono a Dio?
  • Di cosa sono pronto a privarmi per il Signore?
d. Domenico




domenica 4 novembre 2018

Ama Dio sopra ogni cosa (31 TO B)


Impieghiamo energie per fare tante cose e accumulare tanti beni, ma quando si tratta di amare Dio andiamo in “risparmio energetico”. Eppure il Vangelo Mc 12,28-34 dice chiaramente che il comandamento più importante è amare Dio con tutte le forze e con tutto se stessi sopra ad ogni cosa.

Ringraziamo Dio per i beni materiali che ci da, e chiadiamogli di insegnarci a usare quei beni per arrivare a Lui che è la meta, della notra vita. Dobbiamo fare attenzione al rischio di far diventare i beni il nostro fine e ricordarci sempre che sono e saranno sempre un mezzo che aiuta a vivere e aiuta anche ad arrivare a Dio. 

Come si fa? Ce lo dice Dio: “ascolta”. Questo è il comandamento più importante di tutti. Imparare ad ascoltare Dio è l’unico modo col quale il Signore può suggerirci il modo intelligente per usare bene le cose materiali che ci concede di avere. 

Il secondo atteggiamento più importante di tutti è poi amare. L’amore nasce dall’ascolto. Io non posso amare il mio partner se non ascolto il suo cuore e in cosa ha bisogno di essere più amato. Non posso dire di amare qualcuno se non so ascoltare cos’ha da dirmi. 

Amare Dio sopra ogni cosa, poi, significa non amare le cose materiali, ma nemmeno amare se stesso e basta, e paradossalmente significa non amare solo Dio dimenticando l’uomo, bensì vuol dire imparare da Dio ad amare se stessi e gli altri.
  • Mi amo? Come? Quanto?
  • Come posso amare meglio gli altri?
  • Dio è una cosa tra tante, o è una persona al di sopra di tutte?
  • Voglio arrivare a Dio? Come mi sto impegnando per farlo?

d. Domenico

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giovedì 1 novembre 2018

La gioia è la caratteristica dei santi (Tutti i santi)

Molti mi chiedono come essere felici e io rispondo: fatti santo! Non so perché, però, capiscono “fatti prete/suora”, quasi che solo quel tipo di vocazione possa dare la felicità. 

Farsi santo significa seguire le Beatitudini, perché Gesù chiama beati coloro che si impegnano a vivere la pace, la mitezza, la giustizia, la semplicità... e di essi sarà il regno dei cieli.

Ci sono molte figure di santi laici che si sono impegnati a vivere in questo modo ed erano davvero raggianti, chi li conosceva aveva piacere a stare con loro perché essi infondevano fiducia, speranza, pace, gioia...

Non ho mai sentito di santi tristi, piuttosto un po’ bruti, severi, ma ciascuno a suo modo ironico e capace di sorridere e far sorridere. È la dimostrazione che Dio era in lui e lo aiutava a prendere consapevolezza dei propri limiti che solo insieme al Signore possono essere superati.

Vivere la santità significa avere il coraggio di seguire la strada indicata da Gesù, che è la strada verso il cielo. Tutto qui. Se poi durante il cammino si cade, non è un problema. L’importante è rimettersi in piedi e riprendere a camminare... 

Essere santi non significa essere perfetti, ma essere di Cristo!
  • Voglio essere santo?
  • Come vivo la mia santità?
  • Quanto sono capace di sorridere dei miei difetti?
d. Domenico

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sabato 27 ottobre 2018

Gesù: un ottico speciale! (30 TO B)


San Tommaso è famoso perché avrebbe creduto se avesse visto Gesù, il cieco di Gerico (cfr Mc 10,46-52) vede perché crede. Insomma l'esatto contrario di san Tommaso.

Il fatto che il cieco credesse è testimoniato dalla sua altissima professione di fede: "Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!". Pur non vedendo, sapeva chi era davvero Gesù...

Il Signore resta stupito che questo non vedente sapesse chi fosse e chiede alla sua comunità di portarglielo e gli chiede: "cosa vuoi che faccia per te?".

Il cieco non chiede altro che la vista. Probabilmente quel tale aveva una vista buona, ma la sua cecità non apparteneva agli occhi fisici, ma a quelli del suo cuore. Era davvero dispiaciuto di essersi allontanato da Dio e di vagare nelle disperate tenebre del suo peccato, che si rende conto che solo Gesù lo può salvare. Riconoscere Gesù è il primo passo per la salvezza.

È curioso vedere che Gesù non compie alcun miracolo, non tocca per niente quell'uomo, ci parla solamente, gli porge solo una domanda, la lente focale con la quale guardare la vita. Il cieco per il fatto stesso di aver riconosciuto Gesù come unico sguardo con cui guidare il mondo, ha ritornato a vivere.

Non è il mondo a essere brutto, non è la vita a essere pessima, ma sono gli occhi sfiduciati e privi di fede che non ci permettono di vedere l'opera di Dio e a demoralizzarci. Dovremmo chiedere al Signore di darci gli occhiali giusti e renderci capaci di vedere con fede la realtà che ci circonda in modo da scrutarlo in ogni cosa presente...
  • Come guardo la realtà?
  • Di cosa riempio il mio sguardo?
  • Quanto cerco Gesù nelle cose che mi circondano?

d. Domenico





sabato 20 ottobre 2018

Servire è sinonimo di amare (29 TO B)


Chi serve dà la vita, cioè offre la vita per far vivere l’altro.

Il servizio è il verbo di chi ama: è il verbo di una mamma che dona a suo figlio il grembo per nove mesi e quando nasce lo serve fino alla sua indipendenza, è il verbo di un papà che si sacrifica per non far mancare nulla alla propria famiglia.

Ma servire è anche il verbo di un impiegato che mette onestamente a disposizione il suo tempo e la sua vita perché un determinato servizio funzioni nel modo più efficiente, è il verbo di un poliziotto che rischia seriamente ogni giorno la propria vita per difendere i propri cittadini, è il verbo di un politico che sceglie di mettere da parte la sua vita per dedicarsi sinceramente al bene del paese.

Ma servire è soprattutto il verbo preferito di Dio, che ci dona Suo Figlio per insegnarci a donarci gli uni agli altri. Inoltre, servire è il verbo che Gesù utilizza come unico sinonimo di amore: Egli infatti non è venuto per essere amato, ma per amare (cf Mc 10,37). Il Signore non vuole imporci di amarlo, ma per farci sentire amati. E lo fa mettendosi al nostro servizio quando lava i piedi, quando cura i malati, quando spende del tempo per ascoltare quanti gli si avvicinano... Quello di amare Gesù è una diretta conseguenza dell’esperienza che faremo del suo Amore. 

Impareremo ad amare se impareremo a sentirci amati dal Signore. Quando impareremo da Lui a donarci la vita gli uni gli altri, l’amore imparato saprò donarlo sinceramente e incondizionatamente a qualcun altro. Dal mio amore donato, qualcuno imparerà ad amare... E diventerà un circolo virtuoso!

In fondo, essere primi, come desideravano Giacomo e Giovanni (cf Mc 10,45), significa essere i primi in grado di amare come ama Gesù!

  • Amo? Perché?
  • Sono disposto ad amare come ama Gesù?
  • Sono disposto a donarmi all’altro? Come? Fino a che punto?


d. Domenico


sabato 13 ottobre 2018

Accumulare non aiuta a volare (28 TO B)



Non sempre il bene fa bene. Fintanto che il bene è usato nella maniera più idonea, allora può apportare dei vantaggi nella vita di chi usa quel bene. Ma se il bene viene messo da parte e lo si accumula insieme ad altri beni che non vengono impiegati per fare il bene, può diventare una zavorra!

La meta di ogni cristiano è (e deve essere) il Cielo, proprio com'è nelle intenzioni del giovane ricco: «Maestro buono, cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?» (Mc 10,17-30). Gesù glielo dice, ma lui non se la sente di abbandonare tutte le cose che ha, perché sono quelle cose con le quali lui si sente sicuro, si sente realizzato...

Le cose materiali, però ci fanno sentire realizzati umanamente, ma noi siamo corpo e spirito, quindi abbiamo bisogno di una realizzazione spirituale che non si può fermare solo a un piccolo gesto di carità o a un sentimento di affetto per Dio.

Per volare devo mettere le ali del Signore, vivere per Lui! Invece si sentono molti "eroi" che dicono: "vivo solo per famiglia/sport/amici/musica/lavoro/studio, voglio bene a Gesù ma non ho tempo per andare in chiesa". È una gran bella cosa donare la vita per qualcosa a cui tieni, ma lasciarsi svilire da tutto questo senza trovare del tempo per te e per Dio, non ti farà mai spiccare il volo. La tua vita andrà avanti in modo brillante, ma non decollerà in modo significativo! 

Gesù ti dice cosa fare: accumulare non aiuta a volare.
  • A cosa sono molto attaccato? 
  • Ho dei sentimenti / risentimenti / ideologie / vizi di cui non riesco a fare a meno?
  • Cosa non mi permette di avvicinarmi di più al Signore?

d. Domenico

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domenica 7 ottobre 2018

I bambini sono la felicità di Dio (27 TO B)



Mi chiedono sempre: perché dobbiamo seguire la Bibbia che è scritta dagli uomini?
Anzitutto perché gli uomini che l'hanno scritta sono stati ispirati e quindi guidati da Dio, e poi perché quel testo contiene la ricetta della felicità. 

Tutti vorrebbero essere felici, ma non tutti si impegnano affinché anche gli altri lo siano. Quindi l'egoismo che porta a concentrare le attenzioni solo su se stessi ha bisogno di qualcuno che ci dica come dobbiamo comportarci perché tutti possano vivere bene.

Ecco perché Gesù nel Vangelo dice (Mc 10,2-16): «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma». Dio non ci dà una legge per ingabbiarci o costringerci, ma per aiutarci a essere tutti liberi. 

Se noi sapessimo accogliere quello che il Signore ci insegna con la stessa libertà e semplicità dei bambini, allora saremmo tutti davvero felici. Infatti, Gesù stesso dice che chi non lo accoglie come lo accolgono i bambini, non potrà entrare in Paradiso. In effetti, non si capisce perché da bambini si è più propensi a voler bene e a fidarsi di Gesù, poi quando si cresce si prendono le distanza e crescono i dubbi e gli "impegni".

Dio non è un ragionamento, ma una persona da vivere, da accogliere. Anche il Signore vuole essere felice, e lo è quando noi scappiamo da Lui come scappa un bambino tra le braccia sicure del suo genitore. Ecco che Gesù dice: «lasciate che i bambini vengano a me». 

Gesù ama i bambini ed è felice nel vederli felici e spensierati... e lo saremo anche noi se davanti a Lui sapremo abbassare le difese e abbandonarci mettendo da parte dubbi e preoccupazioni.
  • Dove cerco la mia felicità?
  • Cosa mi blocca nell'abbandonarmi al Signore?
d. Domenico
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sabato 29 settembre 2018

Da Ikea con Gesù (26 TO B)

Ho pensato che Gesù stesse scherzando quando parlava di tagliare mani scandalose e cavare occhi peccaminosi... (cfr Mc 9,38-43.45.47-48), poi mi sono ricordato che nel Vangelo Gesù usa delle metafore per guidarci a una comprensione chiara. 

Tagliare, cavare e, più in generale, privarsi di una parte del corpo non è intesa da Gesù letteralmente, ma sono verbi che si possono sostituire con "convertire, cambiare". In effetti, Dio ci ama e ama ogni parte del nostro corpo, altrimenti non ce l'avrebbe donata. Dunque ogni suo dono è un bene.

Il problema nasce quando noi usiamo un bene per compiere il male (come potrebbe accadere anche con un coltello): le mani sono buone, possono compiere tanto bene, aiutare molte persone sfortunate... ma le mani posso decidere di usarle per fare il male. Così gli occhi che mi sono stati donati per contemplare il creato e amare più forte Dio e attraverso uno sguardo far sentire amato qualcuno più sfortunato... ma posso usare gli occhi anche per guardare cose che non sono un modo per ringraziare Dio o anche per guardare qualcuno in modo minaccioso e offensivo...

Gesù ci chiede di cambiare ciò che non sta funzionando più bene, affinché torni a funzionare per il fine per cui è stato programmato. Un pò come quando andiamo a Ikea per comprare un tavolo, ad esempio, e una volta montato può capitare di notare che il tavolo sia danneggiato o sbagliato: o torno indietro e cambio il prodotto con un altro che svolga la funzione di tavolo, oppure sistemo ciò che non va affinché realizzi lo scopo per cui quel prodotto è stato pensato.

Il Signore non vuole il nostro male, anzi chiede che il prezioso dono della nostra vita resti intatto, per questo vuole che togliamo/cambiamo, quegli atteggiamenti e abitudini sbagliate (soltanto umane), che Lui sa che possono danneggiare l'uomo, per sostituirli con atteggiamenti e abitudini edificanti e utili per la crescita umana e spirituale.

Essere cristiano significa togliere il male (che volge le spalle a Cristo) e convertirsi al bene. In fondo, a fare il male si spendono più energie, mentre a fare il bene si risparmia, è facile e veloce come montare un mobile di Ikea. E se ti sbagli? Hai sempre la possibilità di cambiarlo!

  • Accetto la mia vita come un dono? La custodisco come qualcosa di prezioso?
  • Qual è il male che compio e mi impedisce di vivere il pieno scopo della mia vita?
  • Quanto e perché le mie azioni possono essere scandalose?
d. Domenico







sabato 22 settembre 2018

Dio è un bambino... (25 TO B)


Sin da piccolo mi ha sempre incuriosito la vita dei gemelli perché era un mistero stabilire chi fosse il più grande, finché qualcuno mi disse che il più grande è quello nato per ultimo. Il motivo? Ha aiutato il primo ad uscire. Mi sono subito innamorato di questa idea.

Sempre da piccolo mi capitò di uscire in gruppo con molti bambini della mia età e la guida ci chiese che uno di noi chiudesse la fila. Chiaramente nessuno voleva essere ultimo perché voleva stare in mezzo vicino agli amichetti, finché la guida non spiegò che l'ultimo aveva un compito importante: custodire il gruppo prestando attenzione che nessuno si allontanasse e si perdesse.

Alla luce di tutto questo posso ben comprendere oggi il significato profondo del paradosso che Gesù afferma nel Vangelo di Marco (Mc 9,30-37): «se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti».

In effetti, oggi la mentalità del mondo non ci aiuta perché è forte la convinzione che se non arrivi primo in qualcosa, in qualche concorso, in qualche gara... non sei nessuno! Proviamo a pensare a quanti cantanti bravissimi non sono primi in classifica e per questo sono scarsamente conosciuti rispetto a chi è primo, pensiamo a quanti ragazzi sono davvero dei talenti calcistici ma non giocano in serie A e quindi non sono esempi che si vorrebbero imitare, pensiamo a quante persone fanno del bene ma nessuno ne parla e quindi crediamo che siano bravi solo quelli che danno sfoggio delle proprie opere buone...

Al Signore tutto questo non interessa, perché Lui ha a cuore quelli che sanno farsi come bambini, e quindi seguire il suo esempio... perché non dobbiamo dimenticare che il primo a farsi bambino è stato proprio Lui, il primo a farsi uccidere come gli ultimi scarti della società è stato proprio il Signore... ma Lui dall'alto della sua croce in realtà è salito sul cubo più alto del podio, e da lì, dal quel primo posto, ha iniziato a guidare il mondo, ma senza imporsi, senza pretendere di essere il primo del nostro cuore... gli basta però esserci dentro.

  • Quante energie spreco per essere primo nell'ambito in cui voglio affermarmi?
  • Quante energie dedico per affermare Gesù come primo sul podio del mio cuore?
  • Chi/cosa c'è al primo posto nel mio cuore?

d. Domenico

sabato 15 settembre 2018

Dio ci prescrive una radiografia (24 TO B)




Quante volte ci sarà capitato di fare radiografie o di vederne una. Grosso modo, la radiografia permette di vedere quello che abbiamo dentro e in che situazione si trova. Eccetto il cuore. Quello che abbiamo nel cuore lo sa solo Dio. 

Ma come potremmo vedere nel cuore di Dio se Dio non lo possiamo toccare? In realtà per conoscere il cuore di Dio non abbiamo bisogno di metterlo ai raggi X, ma basta vedere come agisce e ascoltare quello che ha da dirci e si capisce subito che nel cuore di Dio c'è il mondo!

Infatti, tutto ciò che il Signore fa e dice è essenzialmente per amore dell'uomo. Dio vive per ciascun uomo, fa sorgere il sole per loro, dispensa provvidenza per tutti... Ciascuno poi è libero di dubitare o contestare l'operato di Dio, perché ciascun uomo è libero, sì, è libero di scegliere di cosa riempirsi, è libero di scegliere a cosa legare il proprio cuore... in base a queste scelte egli parlerà e agirà. 

La domanda che Gesù fa ai suoi discepoli è: "ma voi, chi dite che io sia?" (Mc 8,27-35). Il Signore interroga quelli che dicono di volergli bene non per conoscere nozioni sulla sua identità, ma per vedere quale esperienza essi hanno di Lui. In altri termini sta chiedendo: cosa ti è successo quando mi hai incontrato? Cosa ti è cambiato? In base a cosa compi le tue scelte? Che posto ho io nel tuo cuore? Cosa sono per la tua vita?

Dio lo si sperimenta nel silenzio, nella solitudine, nella preghiera...

Come si potrà, dunque, pretendere che chi ha scelto il sesso, il denaro, il potere, la carriera, la superstizione, le cose materiali, la mondanità, ecc, possa agire secondo la volontà di Dio o parlare a suo nome manifestando il Suo amore? Anche chi dice di essere cristiano, di fatto poi, può scegliere di non avere nel cuore Cristo, ma altro. Come si potrà dunque attribuire alla responsabilità del Signore ciò che sedicenti cristiani dicono e fanno (o non fanno)?

La verità è che siamo ciò che viviamo e viviamo seguendo ciò che davvero ha il primo posto nel nostro cuore e Dio ama talmente tanto l'uomo da lasciarlo libero di scegliere... correndo anche il rischio di non essere amato da lui. 

Proviamo a fare una radiografia del nostro cuore e nella preghiera chiediamoci:
  • Chi è Gesù per me? Cosa mi è successo quando l'ho incontrato?
  • Cosa/chi c'è al centro del mio cuore e della mia vita?
  • Quanto mi confronto col Signore nelle mie scelte quotidiane?

d. Domenico



domenica 9 settembre 2018

Se tu vuoi, Dio può (23 TO B)



“Dio è troppo occupato per ascoltarmi... il Signore fa miracoli anche a chi non se lo merita, ma a me che prego sempre mai, chissà perché Dio ce l’ha con me!”

Capita spesso di sentire queste e simili frasi da parte di cosiddetti “credenti” che in questo modo dimostrano di credere ben poco.

Quante volte desideriamo vedere Gesù, sentirlo, essere toccati da un suo miracolo...
Ma siamo troppo distratti dalle cose del mondo e ci piace rimanere distratti.

Sono 3 i verbi del Vangelo che dobbiamo ricordare per non essere distratti (Mc 7,31-37):

- Passare: è il verbo del pellegrino, è il verbo della Parola vivente. Gesù viaggia tanto, passa per tanti paesi, incrocia tante vite, ma non tutti si lasciano attraversare da lui.

- Toccare: è il verbo della relazione. Si può toccare col tatto, con lo sguardo, con la parola... Gesù ha mille modi per entrare in relazione con noi e lo fa servendosi di altra gente. Siamo attenti a tutto questo?

- Aprire: è il verbo del cambiamento. Se non mi chiudo nelle mie roccaforti, nei miei pregiudizi, nel mio orgoglio... potrò finalmente vedere e sentire il Signore intorno a me. Una volta incontrato il Signore si sente il desiderio di cambiare qualcosa nella propria vita. Se ciò non accade vuol dire che dobbiamo rivedere l’idea che abbiamo di Dio.

Se vogliamo vedere, se vogliamo sentire Gesù, dobbiamo lasciarci toccare dal Signore e attenderlo. Quando lui passa se ti trova volutamente distratto non potrà nulla contro la tua volontà.

Se tu vuoi, Dio può!
  • Che idea ho di Dio?
  • Da cosa preferisco lasciarmi distrarre anzichè coltivare la mia relazione con Dio?
  • Cosa non sono disposto a cambiare per il Signore? Perché?
d. Domenico

sabato 1 settembre 2018

Gesù non è qualcosa da fare (22 TO B)



Gesù è una cosa o una persona?

Sicuramente tutti (spero!) risponderanno che è una persona. Allora pongo due riflessioni:

1. Se Gesù per me è una persona, perché a volte non sento il bisogno di incontrarlo? Perché non desidero trascorrere più tempo con lui? Forse mi annoia? Forse è pericoloso?


2. Se è una persona perché a volte lo tratto come un amuleto magico da tenere stretto perché tutto mi vada bene? Perché spesso lo tratto come una lampada di Aladino che al momento del bisogno vado a riprendere dalla cantina per strofinarla affinché i miei desideri si realizzino?


Molta gente si rapporta al Signore come se fosse un orco cattivo dal quale, se non si obbedisce, bisogna aspettarsi tristi conseguenze. Allora la nostra fede (cioè fiducia in Qualcuno che mi vuol bene) diventa una religione, ovvero una serie di regole da eseguire e di cose da fare anche se non ne comprendo il significato. 

È così che si diventa come i farisei che lavano l'esterno delle cose e non badano al contenuto, pensano a mantenere pulito il corpo e non si curano di purificare il proprio cuore (cf. Mc 7,1-8.14-15.21-23).

Gesù ha insegnato tutto quello che è necessario fare per avere fede in Dio: amare!
Da qui poi ne consegue tutto il resto, perché un cuore che non sa amare non saprà dare e una persona che non sperimenta Gesù imporrà agli altri l'idea distorta che si è fatta di Dio.

Nel mondo non esiste niente che abbia bisogno di noi e del nostro fare; il mondo non è stato creato facendo, ma amando e per continuare ad esistere ha bisogno di amore, di rispetto... Nel mondo non c'è niente di cattivo, perché quando Dio ha creato ogni cosa ci ha messo l'amore... ecco perché di tutto ciò che ha realizzato "vide che era cosa molto buona" (Gen 1,20ss). 

Finché tutto resta illuminato dalla luce di Dio è cosa buona, ma quando l'uomo spegne Dio e accende il proprio io qualcosa inizia a non andare come dovrebbe...

È l'uomo che sceglie cosa fare delle cose che Dio gli ha dato. 
È l'uomo che sceglie la Vita o la Morte. 
È l'uomo che sceglie se amare o no.

  • Io cosa sto scegliendo? Amare o fare?
  • Chi sto seguendo?
  • Come mi sto custodendo? 
  • Come mi rapporto col creato? Che valore ha per me?

d. Domenico


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ogni giorno un pensiero sul Vangelo per vivere concretamente la fede.





sabato 25 agosto 2018

La Parola di Dio ti eleva! (21 TO B)



Non è una illusoria esaltazione, ma una concreta promessa che si realizza.

Molta gente delusa non riesce a trovare il senso della propria vita. La stessa gente delusa è convinta di poter vivere senza Dio. Gesù scende sulla terra e insegna all'uomo la via che porta al Cielo, la strada verso l'Amore, ovvero come tornare laddove tutto ha inizio. 

Gesù lo dice, esorta, manda i suoi seguaci a indicare il modo concreto per realizzare il senso della vita degli uomini, ma... non tutti vogliono aderire. Alcuni sentono il peso di quella Parola che Gesù vuole rivolgere: molti vedono quella salita come impossibile e preferiscono crogiolarsi nell'illusoria idea che il peso dei propri peccati e della propria condizione umana sia tale da mantenere l'uomo attaccato alla terra e impossibilitato a elevarsi. 

In realtà è solo pigrizia: Dio ci ha fatti simili a sé, quindi siamo santi e capaci di pensare in grande, di elevarci, di volare alto. Tutto sta nel volerlo. Gesù dopo aver parlato e detto cosa fare per arrivare a Dio chiede: «Volete andarvene anche voi?» (Gv 6,66). Dio ci lascia liberi di scegliere se restare umani schiavi delle nostre passioni, o elevare la nostra condizione diventando simili a Lui.

Pietro capisce che la propria condizione di peccatore può essere superata solo se resta con Gesù e risponde: «Signore, da chi andremo? Solo tu hai parole di vita eterna!» (Gv 6,67).

La Parola di Dio è l'unica che può dire qualcosa di sensato alla nostra vita, che ci può aiutare nel compiere scelte, è l'unica che può far diventare l'uomo più uomo e meno bestia, elevandolo così a panoramiche vette celesti.

Dio è come un alpinista che ti chiede: vuoi scalare con un po' di fatica la montagna sino alla vetta dalla quale vedere tutte le bellezze del creato, oppure preferisci lasciarti cadere nell'abisso oscuro dove tutto ti sembra insormontabile e la disperazione ti divora? 

Dio ci lascia liberi, vuole solo aiutare e non condannare. La sua Parola non vuole ostacolare, ma eliminare ciò che impedisce di volare. Sono le nostre scelte a dannarci o a salvarci...
  • Chi/cosa scelgo?
  • Perché scelgo/non scelgo Dio?
  • Cosa voglio veramente? Perché?

d. Domenico

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sabato 18 agosto 2018

Nutrirsi di Gesù è la ricetta della felicità (20 TO B)


Tutti desideriamo una vita felice, colorata, senza ansie, capace di avere un senso e di essere d'aiuto agli altri...

"Il Padre dà la vita" (cfr Gv 6,57), Gesù è la vita e facendosi mangiare e bere è assunto dentro l'uomo e diventa energia per vivere al meglio, gioiosamente!

Chi vive senza Cristo si vede: prima o poi la cupidigia (l'amarezza, la bramosia, la difficoltà a evitare il peccato) e la cupezza (mancanza di luce, di fiducia, di stima) diventa sempre più grande.

Gesù dice chiaramente che: "chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me" (Gv 6,56-57).

La questione allora è:
  • per chi vivo?
  • di cosa mi nutro?
  • la mia vita parla di Dio? quanto? come?
d. Domenico

martedì 14 agosto 2018

Maria è Assunta perché piena di Grazia



"Benedetta sei tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo" (cfr. Lc 1,39-56). Così esordisce Elisabetta nel salutare Maria. Augurare e riconoscere la benedizione (cioè che di qualcuno si dica bene) significa augurare e riconoscere che quella persona è piena della grazia di Dio; che Dio, cioè, è con lei. E "se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?" (Rm 8,31).

Maria si è lasciata riempire da Dio, per questo non poteva restare in terra: quando Gesù è morto (e Gesù è Dio), il Padre non lo ha lasciato sulla terra, ma dopo la risurrezione lo ha fatto salire in cielo. Così per Maria: dopo la sua dormitio (così come gli ortodossi chiamano la morte di Maria), la Vergine piena di Dio non poteva restare sulla terra. Il posto di Dio è in cielo, è in alto, per permetterci di alzare gli occhi e chiedergli la grazia, l'aiuto, ogni volta che abbiamo bisogno.

Il problema è non farsi sfuggire la grazia, ma tenerla con sé. Purtroppo, però ogni volta che facciamo spazio al peccato (qualunque esso sia) spingiamo fuori da noi la grazia che il Signore dona agli uomini attraverso le benedizioni dei sacerdoti, il sacramento della confessione, l'Eucarestia che prendiamo (ogni domenica?) a messa...

Maria ci insegna come arrivare al cielo, e l'unica via è seguire il suo esempio: lasciarsi riempire dalla Grazia di Dio.
  • Qual è la mia meta?
  • Perché non riesco ad essere come Maria?
  • Come posso essere benedizione per gli altri?

d. Domenico

sabato 11 agosto 2018

La dieta di Dio (19 TO B)



In questo tempo estivo sono molte le diete che vengono seguite per evitare di perdere la forma snella che aiuta perché ci si possa esibire e farsi notare a mare o nelle serate in vacanza... Si evitano alcuni alimenti e spesso anche quelli più importanti.

Molti cristiani appena vanno in vacanza inseriscono nella lista delle cosa da eliminare anche la messa (con la scusa del troppo caldo, che in inverno diventa troppo freddo,  o del tempo che non c'è... e se in vacanza non si ha tempo, figuriamoci quando si è a casa!). Così, l'Eucarestia, il Pane del Cielo, l'alimento principale per la dieta di un cristiano, viene messo da parte. Come si alimenta in questi casi la fede? Riempiendola di credenze e vizietti.

Gesù nel Vangelo (Gv 6,41-51) afferma di essere il "pane disceso dal cielo" e chi ne mangia non avrà mai più fame. Troppe volte ci nutriamo di cose che riempiono lo stomaco o che ci riempiono fisicamente, ma poi (come biologicamente accade) quando la fame torna vogliamo mangiare di nuovo e sempre di più fino a non farcene bastare mai...

Solo Gesù è il pane della vita e non (solo) dello stomaco! Ovvero, il suo è un cibo che sa essere biologicamente utile per le energie fisiche del nostro organismo, ma è anche nutrimento dello Spirito. Cosa farebbe un corpo senza anima? Cosa farebbe una persona senza spirito? Potrebbe fare certamente tutto, ma non si distinguerà dagli animali, perché cresceranno i propri istinti, ma la sua umanità non esisterebbe. 

Nutrirsi di Cristo significa saperlo accogliere nella propria vita e lasciare che la sua Parola diventi energia che alimenta le azioni, i pensieri, le parole e orienti tutta la propria volontà verso la volontà di Colui che ci vuole in tutti simili a Lui, per essere davvero grandi e finalmente santi.
  • Di cosa mi nutro?
  • Mi nutro del Pane del Cielo? Lo accolgo con purezza con frequente confessione oppure lo mangio per superstizione e con distrazione?
  • Qual è la prima cosa che elimino dalla mia "dieta" estiva?

d. Domenico