giovedì 31 maggio 2018

Non parlare è bene, parlarsi è meglio! (Visitazione di Maria)



«Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo”». (Lc 1,39-56)

Non ci facciamo sempre caso, ma la potenza che un saluto o una parola rivolta a qualcuno può sconvolgergli la vita (in positivo onin negativo). 

I cristiani sono chiamati e farsi come Maria, cristofori, ovvero portatori di Cristo, uteri viventi del Salvatore che vuol raggiungere e parlare a tutti gli uomini perché nessuno di essi si perda e si senta escluso dal Padre. 

Siamo chiamati a collaborare con il Redentore, proprio come Maria! Per questo dobbiamo pesare e pensare all’importanza dei nostri gesti e delle nostre parole. 

Sta a ciascuno scegliere se fare della propria vota un tetto dal quale gridare a tutti la bellezza di Dio e la salvezza alla quale ogni uomo è chiamato. Oppure no. 

Buon 3º anniversario di Annunciatedaitetti.blogspot.com!

d. Domenico



sabato 26 maggio 2018

Dio in 3D (SS. Trinità)


C'è ancora chi si lamenta di Dio e chi continua a convincerci che non esista solo perché non riesce a vederlo. Come se tutto ciò che non vediamo per questo non è realtà...

Tutti vorremmo vedere Dio, senza considerare che Dio ci da ogni giorno la possibilità di fare un'esperienza divina in 3D:

1. D come Dio-Padre, colui che ama e in quanto ama genera, ordina la vita, da un senso ad ogni cosa, sostiene il mondo affinché possa continuare a vivere... Lui è l'amante.

2. D di Dio-Figlio, è il Dio di cui sopra che comprendendo la difficoltà delle sue creature di credere in un Dio non visibile e avvertito sempre più lontano a causa delle logiche del mondo, si fa presente (vivo e vero) attraverso la forma umana per parlare coi suoi figli, farli sentire amati. Lui stesso insegna come ci si ama e come ci si sente ad essere amati. Gesù non è una creatura diversa da Dio, non è creato, ma generato, perché Lui già era e ha saputo sempre restare in ascolto della volontà del Padre. Ecco perché il Figlio è l'amato.

3. D come Dio-Spirito: è lo stesso Dio di cui abbiamo parlato, ma in forma diversa. Andando via Gesù, l'uomo torna a dover credere in un Dio invisibile ma che si lascia sperimentare. È come l'essenza della vita: non la puoi vedere, spiegare, toccare, ma c'è, come tutte le cose necessarie perché una realtà esista e funzioni (pensiamo all'hardware di un pc, pensiamo alla voce che da un comando, non si vede ma si "sente"...) o come ciò che è nell'uomo ed è indispensabile perché una persona possa vivere (pensiamo alle particelle che compongono l'acqua che beviamo, all'ossigeno che respiriamo...). Questo è l'amore. 

L'amore genera vita nuova, significa ogni cosa, avvicina i cuori lontani, mette in ascolto, fa vedere cose che un occhio disinnamorato non riesce a vedere...

Così, il Padre (l'Amante) va amato come ha fatto il Figlio (Amato) che merita di essere creduto per questa sua esperienza che lo Spirito (l'Amore) gli ha permesso di vivere.

Anche noi, dopo il Battesimo, siamo chiamati a vivere e a far vivere questa triplice dimensione: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato» (Mt 28, 19-20).

A volte sono orgoglioso di essere cristiano solo per il fatto di credere in un Dio che non ha una sola forma, bensì è tridimensionale e per questo occupa tutto: è in cielo, è tra noi ed è dentro di noi. Tocca a noi vederlo e farlo vedere...
  • Le difficoltà familiari, lavorative e relazionali riesco a viverle secondo lo Spirito di Dio?
  • Quando devo agire/scegliere mi faccio figlio seguendo l'ispirazione dello Spirito per fare la volontà del Padre?
  • Invoco la Trinità nelle mie preghiere?

d. Domenico


sabato 19 maggio 2018

Fuoco amico (Pentecoste)


Quante guerre si combattono! Ognuno che pensa di detenere la verità, oppure fa passare come tale una verità distorta... quindi in sostanza afferma una menzogna alla quale c'è chi non vuole aderire. E sappiamo che quando si afferma qualcosa con prepotenza, si giunge spesso all'estremo: il fuoco, le armi.

Il fuoco tende a bruciare, cancellare, dividere. Pensiamo alle armi da fuoco usate per spezzare la vita, usate come minaccia per togliere la libertà, oppure messe in mano a dei ragazzini, o a un popolo ignorante, incapaci di valutarne il "giusto" impiego.

Tuttavia, rubando un termine al gergo militare, esiste anche un "fuoco amico", non solo quando il fuoco è usato per il bene (ovvero per cuocere, e quindi per vivere, per creare, per fondere, per saldare, per purificare, ecc.), ma un fuoco che ci sta dentro e che non ci reca alcun danno... anzi i danni li risolve!

In una realtà civile, per affrontare una discordia si chiama un avvocato, ovvero colui che è chiamato a difendere, capace di raccogliere tutte le informazioni a favore di una delle parti in causa affinché il suo assistito risulti avere ragione e tornare alla pace, all'unità. Però, pur di vincere, non sempre un avvocato è onesto, ma quando riesce a far trionfare la verità allora è una vittoria maggiore!

Anche i cristiani hanno un avvocato, colui che è predisposto a difenderli: lo Spirito Santo che Gesù chiama il Paràclito (= chiamato presso, invocato per...). Il Paràclito è chiamato a creare le condizioni perché in una contesa torni la pace, i dissidi vengano superati e si torni all'unità. È lui che crea, è lui che muove, è lui che unisce. Il suo compito è esattamente opposto a quello di Satana (= colui che accusa) che conosciamo anche col nome di Diavolo (= colui che separa).

Dopo la salita al cielo di Gesù, lo Spirito Santo sotto forma di fuoco scende nel cenacolo sui discepoli riuniti con Maria. È l'aiuto che il Signore ha promesso ai suoi fedeli di ieri e di oggi. È «lo Spirito della verità che vi guiderà a tutta la verità» (Gv 16, 13). 

Chi si lascia guidare da questo fuoco potrà sperimentare il calore dell'amicizia con Dio, potrà sentire i suggerimenti amichevoli che il Signore vuol dare, apprenderà i giusti comportamenti da avere, ricorderà e comprenderà la Scrittura. È un fuoco che brucia senza consumare, è amico... di Dio e nostro, e permette di essere amici tra noi, senza dover più lottare per affermare una verità, perché la verità ce la dirà Lui stesso. 

Vieni Spirito Santo,
vieni fuoco amico,
apri la mia mente,
illumina i miei occhi,
assorda le mie orecchie, 
guida le mie labbra,
riempimi di Te!
  • Mi faccio guidare dallo Spirito? Lo invoco nei momenti di bisogno?
  • A chi ricorro quando devo prendere una decisione o affermare qualcosa?
d. Domenico



sabato 12 maggio 2018

"Direzione Paradiso" (Ascensione)




"Un viaggio ha senso solo senza ritorno 
se non in volo,
senza fermate nè confini, 
solo orizzonti neanche troppo lontani. 
Io mi prenderò il mio posto 
e tu seduta lì al mio fianco 
mi dirai destinazione paradiso, 
paradiso città". 


Gesù parte per il cielo e quando tornerà non sarà per darci altri insegnamenti, ma per venire a prendere quelli che hanno voluto rimanere vicino a Lui e portarli li dove Lui è ora.

Il Paradiso non è soltanto (o forse non è affatto) un luogo fisico a cui tutti più o meno possono credere, bensì la condizione di vita divina che il Signore vuole per tutti gli uomini. Ma non tutti sono in grado di raggiungerla: ecco perché Gesù prima di lasciare la terra dice: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato» (Mc 16,15-20).

Tutti siamo chiamati a essere salvati e ad aiutare gli altri a salvarsi. Tutti abbiamo un posto in Paradiso. Tutti siamo figli che il Padre attende e per i quali ha preparato un posto, ma se qualcuno si rifiuta di aderire a Cristo e quindi di seguire la strada della gioia che Lui ha indicato, l'uomo deve ricordarsi di essere sempre artefice della propria condizione di vita.

Il Vangelo si conclude con una rassicurazione che deve toglierci la paura di sentirci soli, solamente perché non vediamo il Signore come lo hanno visto i primi discepoli. Infatti Gesù dice: «il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano».

Il Signore ci dà lo Spirito per agire e ogni volta che lo preghiamo prima di dire o fare qualcosa, sarà Lui stesso a suggerirci (spesso inconsapevolmente) cosa dire o fare. Molti infatti si stupiscono di fronte a eventi di fede compiuti da se stessi o da altri... Perché stupirsi? Gesù è stato chiaro sin dall'inizio!

Non siamo stati creati solo per essere uomini, ma molto di più: divini. L'ascesa al cielo di Gesù vuol dire proprio questo: se restate uniti a me e fate ciò che vi ho insegnato, sarete umanamente elevati anche voi e di conseguenza erediterete ciò che vi appartiene in quanto figli. Se rifiutiamo, veniamo meno anche all'eredità.

Gesù parte, lascia la terra per salire al cielo, indicando agli uomini che sono uniti e vogliono unirsi a Lui la direzione alla quale sono tutti chiamati: il Paradiso. 

  • Io quale direzione ho scelto?
  • Quanto conta la mia volontà di vita senza regole in confronto all'eternità promessa da Gesù?
  • Come si chiama quella bruttura che mi lega alla terra e non mi permette di elevarmi alle bellezze del cielo? 
  • Secondo me, perché non mi meriterei il Paradiso?

d. Domenico





sabato 5 maggio 2018

Il vizio di amare (6DP)


Il vizio è un’abitudine non buona, un’azione sbagliata che compiamo senza nemmeno rendercene conto. Il suo esatto contrario è la virtù: un’abitudine buona. Il problema non sta in ciò che facciamo, ma in ciò che non ci rendiamo conto di fare. Infatti, se compiamo un’azione cattiva e ce ne accorgiamo, facciamo sempre in tempo per correggerci; se compiamo un’azione buona e ce ne rendiamo conto, possiamo migliorarla sempre di più. In entrambi i casi contribuiamo a diffondere il bene. 

Per un cristiano autentico questo non basta. Infatti, chi si impegna a fare il bene, può solo essere un buon filàntropo (amante dell’umanità) che può trarre soddisfazione, “profitto”, dal bene che si impegna a compiere. Questo bene molto difficilmente contagerà altri e troverà diffusione.

Nel Vangelo Gesù, a coloro che vogliono seguirlo, non dice soltanto di amare, ma di «amare come io vi ho amati» (Gv 15,9-17), e Lui ci ha amati come lo ha amato il Padre. È interessante vedere come il verbo “amare”, qui usato, è tradotto dal greco agapào, ovvero “amare in modo disinteressato”.

Il Signore non ha amato per essere amato, ma semplicemente per amare e lo ha fatto fino in fondo, senza risparmiarsi la vita. 

Purtroppo, siamo sempre più circondati da esempi di falsi amori che, se non ricevono quello che desiderano in cambio (fosse anche l’affetto dell’altra persona), cessano. L’amore non finisce, l’amore può solo crescere, altrimenti è solo una semplice infatuazione (anche se dura da molto tempo!).

Oggi è difficile credere e comprendere la parola “amore”, perché è talmente svuotata del suo senso ed è così minacciata da tanti compromessi che non se ne comprende più il vero peso. Ognuno, ormai, è preso dal vizio di amare tutto e tutti (oggetti, animali, persone, luoghi...). Ma quando passa il momento che alimenta questo fantomatico amore, si cambia filosofia di vita, così come si cambia il cellulare, un’idea, una casa, un animale... 

Don Tonino Bello diceva che il contrario di “amarsi” è “aRmarsi”, infatti ogni volta che qualcuno si dà la possibilità di mentire, di tradire un partner, di rubare, di non educare i figli, di non aiutare il prossimo, di essere disonesto, di sopraffare l'altro, ecc., sta aderendo al male e lo fa armandosi di tante giustificazioni, molte delle quali ammantate di buonismo e di falso bene da risultare davvero assurde! È l’esempio concreto di come amare è un vizio e non ci si accorge dell’errore, né del meglio che si potrebbe ancora fare. 

L’esortazione di Gesù è continua: «rimanete nel MIO amore». I comandamenti non sono delle proibizioni, ma un manuale di purificazione dell’amore, affinché impariamo ad amare come Lui ci ha amati, in modo disinteressato e capace di donare tutto noi stessi senza attenderci nulla in cambio. Questo porta la vera gioia e libera dallo stress del do ut des, do per avere in cambio. 
  • Quanto e da cosa è viziato il mio modo di amare?
  • Chi amo? Perché?
  • Come vivo i Comandamenti? 
d. Domenico