sabato 28 luglio 2018

Dio ama in modo "pesante"! (17 TO B)



Pesare Dio? Valutare il suo amore? Per quante cose possiamo contrapporgli, resterà incomparabile.

L'incisione e il peso che Dio ha nella vita degli uomini sono di gran lunga superiori alle migliaia di opere che l'uomo può inventarsi per migliorare la propria vita. L'amore che Dio nutre per l'uomo non si può acquistare... perché già ci viene donato gratuitamente! 

Vedo sempre più gente che per accaparrarsi l'amore di Dio e la sua benevolenza (rasentando la superstizione!), fa un certo numero di preghiere, compie dei gesti con una maniacale e vuota ripetizione che sono frutto di un ragionamento umano, piuttosto che esprimere la libertà d'amore per Colui che ama.

Posso compiere migliaia di atti buoni, ma tutti incapaci di parlare di Dio, perché non nascono dall'amore che io provo per Dio, bensì dalla paura che Lui mi si ritorca contro.

Gesù sa che ragioniamo ancora con la logica umana, sa che nell'uomo c'è l'incapacità di amare gratuitamente, infatti nel Vangelo mette alla prova Filippo:

"Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo»" (Gv 6,6-9).

Tutto quello che Gesù compie nasce dalla compassione, dall'amore incondizionato, che sente per gli uomini. Chiede a Filippo dove "comprare" il pane, ovvero la vita. Filippo ci casca e dimostra di non saper ancora ragionare con la logica di Gesù. Il Signore gli pone una questione divina in termini umani: quanto costa la vita? Ovvero, materialmente l'amore a cosa equivale? Che per noi tradotto sarebbe: come possiamo comprarci l'amore di Dio?

Filippo risponde in maniera umana, ma viene zittito da Gesù che comprende ancora la sua immaturità di fede e ordina: «Fateli sedere», ovvero guardate di cosa è capace Dio.
Il Signore non vuole che noi chiediamo o contrattiamo la fede ("ti dò affinché tu mi dia"), ma vuole che ci sediamo a guardare con fiducia ciò di cui è capace l'Onnipotente. 

Gesù moltiplica il pane, cioè riempie la vita di vita, aggiunge amore all'amore, non lascia morire nessuno e non vuole nulla in cambio! Anzi, raccomanda che nulla vada perduto, perché l'amore di Dio vale molto più di ogni cosa si possa avere o desiderare...
  • Quante volte baratto l'amore di Dio con preghiere e pratiche religiose?
  • Quanto spontanea e grata è la mia preghiera?
  • Quanto e come lascio che sia Dio ad operare?
  • Che valore ha la mia vita?
  • Quanto mi sento amato da Dio? Perché?
d. Domenico






sabato 21 luglio 2018

Anche Gesù va in vacanza (16 TO B)


Strano ma vero: Gesù ci invita ad andare in vacanza!

È come se il Signore ci mettesse in guardia dall'azionismo e dal disordine (cf Mc 6,30-34).
Per comprenderlo meglio bisogna tornare all'etimologia di "vacanza" (dal latino vacans, vacare) significa libero, senza occupazioni, lasciare vuoto... potremmo dire "prendersi del tempo, riposare".

Più volte, nel Vangelo, sentiamo che Gesù cerca di rimanere solo, di riposare, di staccare la spina dal fare-fare-fare di ogni giorno per tornare alle Origini del suo operato, ovvero Dio. Gesù nel suo essere uomo (che incontra gente, che lavora coi suoi, ecc), nel suo essere guaritore (in giro a guarire malati, a sostenere gli indifesi e gli emarginati), nel suo essere profeta (che predica la Parola di Dio ovunque si trova e a chiunque incontri), non dimentica mai di essere figlio di Dio e di tornare a Lui per caricarsi. Anche solo stando fermo e in silenzio davanti al Padre.

Anche nella Genesi si racconta che Dio dopo aver creato il mondo, si riposa il settimo giorno: si ferma a contemplare le bellezze che ha creato. Forse è per questo che non ci rispettiamo più tra noi: non ci sappiamo più fermare a contemplarci e riconoscerci meravigliosi; è per questo forse che non rispettiamo nemmeno il creato: non abbiamo più (o forse non vogliamo avere) il tempo per fermarci a osservare le bellezze che ci circondano, preferendo invece considerare come meravigliose le creazioni umane. Eppure l'uomo è capace di creare perché Qualcuno lo ha reso tale. Ma siamo più impegnati al fare egoista ed egocentrico, che al contemplare qualcosa fuori da me... 

Ecco perché ci perdiamo: non torniamo all'Origine, cioè a Colui che può aiutarci a mettere ordine nella nostra vita. 

L’ordine! Gesù vede "una grande folla". La folla è disordinata per definizione. Spesso anche la nostra vita lo è, come quelle vite che sono solo centrifughe di cose da fare, o di esistenze che non si impegnano in niente e fanno dell'ozio il padre dei propri vizi, delle passioni smodate e delle abitudini sbagliate che inquinano e rendono più caotica la vita incapace di trovare il suo senso, la sua direzione, il suo ordine. Ecco perché Gesù prova compassione per loro: vede quelle persone come pecore senza pastore (sperdute e disordinate). 

Questo è il motivo per cui Gesù reagisce mettendosi a insegnare loro. La Parola di Dio è l’unica che può dare ordine alla nostra esistenza: Lui sa e ci dice ciò che va fatto e ciò che va evitato per vivere, e far vivere, un’esistenza felice.

Allora è il caso di prendersi una vacanza, una sosta dal tram tram quotidiano. Anche se non ho le possibilità economiche basta che mi ritagli qualche ora al giorno di relax nella chiesa più vicina riflettendo sulla Parola di Dio e cercando di comprendere il progetto che Lui ha su di me... E se mi addormento? Beh, buon riposo!
  • Cosa mi impedisce di prendermi del tempo per Dio e per me?
  • Come avverto la presenza degli altri? È un dono piacevole o un enorme fastidio?
  • Che rapporto ho con la creazione? Ne ho cura o non mi importa nulla?
  • In cosa devo mettere ordine nella mia vita?
d. Domenico



sabato 14 luglio 2018

Gesù ci offre un viaggio! (15 TO B)




È tempo di vacanze e, chi più chi meno, stiamo programmando un viaggetto. Ogni giorno il Signore ci offre un viaggio...

Il viaggio è un momento significativo per la vita di ogni uomo. Il viaggio ha il potere di trasformare qualunque persona: che sia la prima o l'ennesima volta che si viaggi il risultato è sempre lo stesso. Non si torna mai come si è partiti. Ogni viaggio è conoscenza di qualcosa di nuovo, di gente nuova, di situazioni nuove... Ogni volta si torna dal viaggio con un bagaglio esperienziale più ricco.

Importante è sapersi attrezzare per la partenza. Il viaggio ci cambia in proporzione a come lo viviamo e ci adattiamo a esso, più che adattarlo alle nostre esigenze. Del viaggio noi possiamo programmare da dove partire e dove arrivare, ma non ci è dato sapere come arriveremo. Sappiamo cosa lasciamo, immaginiamo cosa troveremo, ma non potremo mai sapere cosa succederà durante il percorso.

Anche la fede è un viaggio... Gesù chiama i suoi amici a viaggiare, a partire, a cambiare. Aderire a questa chiamata significa abbandonare la vecchia vita e andare incontro a una nuova esistenza. Non si può pensare di avere fede senza accettare il cambiamento che essa richiede: se la mia fede resta sempre la stessa e io resto sempre lo stesso, allora è una fede morta, non credo in Cristo, ma in qualcosa che ho costruito da me stesso. 

Gesù si preoccupa dei suoi viaggiatori: li manda «a due a due», ovvero non li lascia mai soli, o comunque farà in modo che strada facendo incontreranno un compagno di viaggio; provvede al loro sostentamento, cioè li esorta a non prendere cose superflue, anzi a non preoccuparsi proprio delle cose materiali, ma affidandosi alla provvidenza si potrà ottenere molto più del necessario. E non solo in termini materiali, bensì anche umani oltre che spirituali... 

Il Signore invita a prendere solo un bastone (che ci ricorda Mosè): esso è segno della fede alla quale mi devo aggrappare seguendola senza indugio accogliendo tutto ciò che mi porterà.

La fede è il viaggio, ma è anche il mezzo attraverso il quale compiere il viaggio. Essa cambia e cresce nella misura in cui noi, seguendola, ci lasciamo guidare secondo i cambiamenti che essa suggerisce durante il tragitto. 

Solo allora potremo anche noi "guarire i malati" e sperimentare ogni altra nostra capacità di compiere miracoli.
  • Quale cambiamento sento di dover portare ancora nella mia vita?
  • Quanto mi affido alla fede e a ciò che richiede?
  • Quanto lascio agire Dio con fiducia nella mia vita e quante volte lo ostacolo?
d. Domenico

sabato 7 luglio 2018

Solo la fede giovane sa riconoscere Gesù (14 TO B)


Tempo d’estate, tempo di esibire i costumi da bagno più belli, tempo di esibire i fisici più curati dopo un inverno speso a preparare questo momento, curando l’estetica, la giovinezza... è la fiera delle vanità, ovvero di tutto ciò che passerà e di cui “non resterà pietra su pietra”. Ma poi, quando moriremo saremo pronti allo stesso modo?

Nel Vangelo (Mc 6,1-6) dopo che Gesù ha ri-donato la vita a una donna dalle copiose perdite di sangue e dopo aver ri-donato la vita a una bambina morta in casa propria, si legge di Gesù che torna nel suo paese e vuole aiutare la propria gente. Ma «un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua. E lì non poteva compiere nessun prodigio». Il suo popolo ha la presunzione di conoscerlo troppo bene e questo impedisce a Gesù di compiere prodigi per le sue persone.

Così siamo noi: arrivati a un certo punto del cammino di fede (se tutto va bene fino alla prima comunione!) interrompiamo la formazione o permettiamo che i bambini smettano di crescere nella fede (perché illusi che a 10 anni possano scegliere da soli quello che vogliono!). 

Questo arresta la fede, la blocca e non la fa diventare grande lasciandola immatura. Allora ci nutriamo di superstizioni, subentrano le emigrazioni verso le pratiche religiose di altre culture, o (se tutto va bene) si resta cristiani incapaci però di (ri-)conoscere Cristo, perché non si è sviluppata la capacità di comprendere che la fede è uno stile di vita, non una preghiera recitata all’occorrenza!

Ecco perché spesso non si riconosce l’opera di Dio nella propria vita: il Signore agisce ogni giorno in modi talmente evidenti che solo gli occhi e i cuori ben allenati possono riconoscerlo. Gesù è dalla parte di chi si mantinene giovane... nella fede!

Paradossalmente, una fede bloccata all’età della fanciullezza è piccola, ma non più giovane di chi la pratica da tempo. La fede è giovane nella misura in cui la pratichi, la alimenti costantemente, la tieni aggiornata... Altrimenti è solo obsoleta!

Questo allenamento di fede, permetterà di ri-consocere Gesù anche quando crederemo di sapere già tutto di lui, e lui “ci scandalizzerà” perché ci dirà cose sempre nuove e sempre più oltre il modo in cui lo avevamo consociuto. 
  • Faccio esperienza di ascolto del Signore? Come? Quando?
  • La mia esperienza di Gesù è intellettuale o profonda?
  • Alimento la mia fede? Come?
d. Domenico