A cosa stiamo pensando?
Di cosa ci stiamo preoccupando?
Il profeta Amos ammonisce coloro che non hanno il pensiero di Dio e coloro che non pensano a Dio "guai agli spensierati" (Cfr Am, 6,1). È molto facile vivere senza pensare come pensa Dio, è molto facile vivere per avere dalla vita il meglio magari a scapito di qualcuno che invece lotta per sopravvivere…
San Paolo ci ricorda che questo atteggiamento è puro egoismo: vivere senza pensare alla giustizia, alla pietà, alla carità, senza avere pazienza, senza essere miti significa vivere senza fede. Per un cristiano vivere la fede significa lottare ogni giorno contro le tentazioni che ci allontanano dalla volontà di Dio. Ecco perché sarebbe bene che in tutto ciò che facciamo ci chiedessimo "io voglio questo..., Dio lo vorrebbe?".
Se non abbiamo in mente questa domanda, rischiamo di fare la fine del ricco epulone del Vangelo (cfr Lc 16, 19-31): non potremo pretendere da Dio che si ricordi di noi in punto di morte, se in vita non abbiamo mai pensato a Lui o non abbiamo mai pensato come Lui avrebbe voluto. Gesù non condanna la ricchezza, ma l'uso egoistico che si fa di essa... e questo succede quando il centro dei nostri pensieri è il nostro io, e non è Dio, il quale chiede di essere riconosciuto nel povero, nell'anziano, nell'ammalato che abbiamo accanto, che grida continuamente aiuto e che ci ostiniamo a non ascoltare.
- E io a chi voglio pensare? Chi voglio ascoltare?
- Di cosa mi voglio preoccupare?
- Chi è il centro dei miei pensieri?
d. Domenico
Nessun commento:
Posta un commento