Servire Dio è un atto di fede. Non tutti ne sono capaci, qualcuno lo fa per averne in cambio un merito, magari un grazie... e se questo non arriva getta via servizio e Dio.
Essere "servi inutili" significa dare un servizio umile, ovvero, non fare qualcosa per Dio, ma farlo senza attendere nulla in cambio. Gesù quando ha dato la sua vita per noi non si aspettava nulla in cambio!
La parabola del Vangelo ci insegna (Lc 17, 5-10) che servire Dio non significa essere padroni di ciò che si fa, ma portare Colui che si è scelti di seguire.
La questione la si comprende cambiando il punto di vista:
servire Dio non significa portare qualcosa a Dio, ma portare Dio nelle cose di ogni giorno. Dio è una prelibatezza che va portata su un vassoio d'argento e servita nei luoghi che abitiamo quotidianamente.
L'umiltà sta nell'impegnarsi a fare questo sempre, la fede forte consiste nel perseverare a credere e stare con Dio anche quando ci saranno momenti poco gratificanti e molto difficili. Un cameriere se ha scelto di servire, non può abbandonare il suo posto di lavoro solo perché ha subito una mortificazione da parte di un cliente!
Gesù spiega ai suoi discepoli che non hanno bisogno di accrescere la loro fede, ma irrobustirla. La fede può essere piccola, l'importante è che sia forte. Perché si fortifichi ho bisogno di mettermi in ascolto della Parola, di praticarla e diffonderla. La fede cresce quanto più la pratico...
Il Signore ci chiede di essere camerieri, di servire un piatto prelibato e saporito che si chiama Dio... e servirlo con un appetitoso contorno di patate, cioè con l'originalità della nostra vita nelle cose di ogni giorno.
- Io come servo Dio? Come accresco la mia fede?
- Approfondisco la Parola di Dio? Come? Mi sforzo di praticarla?
d. Domenico
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