Mi sembra che i veri fondatori di Roma non siano stati Romolo e Remo, ma Pietro e Paolo.
La tradizione pagana ci ricorda una Roma disumana, aggressiva, senza valori, orientata solo all'insaziabile potere…
Invece, dal martirio di Pietro e Paolo, quindi dal completamento della loro missione evangelizzatrice, Roma si sveglia, cambia! Sembra diventare più piccola territorialmente, perché capisce che la sua bellezza non è nella sua grandezza, ma è resa grande e importante dalla Grande Bellezza: Cristo!
Senza Cristo Roma smetterebbe di essere Roma, senza la fede Roma sarebbe solo pietre vecchie e storia morta. È la fede che rende magnifica la storia di Roma. È la fede a rendere eterna questa città, perché Cristo è Eterno!
Il cristianesimo è la risorsa umana, artistica e spirituale di Roma; Pietro e Paolo le sue colonne: roccia e parola.
Pietro, roccia di fede, nonostante le sue fragilità umane vuole credere. Mentre è in carcere è sostenuto dalla fede e dalla preghiera che la Chiesa fa per lui (cf. At 12, 5). Pietro ispira fede nei suoi fratelli i quali non sono indifferenti e pregano: questa preghiera arriva dritta a Dio che non resta sordo, ma la esaudisce. Pietro torna libero, la sua testimonianza può riprendere a camminare per le strade e giungere a Roma.
Paolo, parola incarnata, pur non avendo mai visto Gesù sente che lo deve annunciare al mondo intero, bisogna raggiungere il vertice... e il caput mundi è Roma! Paolo non ha paura delle conseguenze che ne deriverebbero, sente che il Signore gli è sempre stato vicino e gli ha dato la forza per poter compiere l'annuncio del Vangelo (cf 2Tm 4, 17). Paolo sa che Cristo non è più visibile con gli occhi umani, ma con quelli del cuore, della fede, dell'anima, e per poter entrare nel cuore Cristo deve entrare nelle orecchie attraverso la parola annunciata... e annunciata con la propria vita!
Pietro e Paolo non possono essere divisi. Fede e annuncio sono altrettanto indivisibili.
Chissà quante volte, invece, io mi fermo solo su una di queste due dimensioni della vita cristiana che invece devono camminare sempre insieme se voglio arrivare al cuore di Cristo e approfondire il mio rapporto con Dio.
Che fede ho? Intimistica? Condivisa? Vivo la comunità di preghiera come la Chiesa dei primi tempi che prega per Pietro? So pregare per le persone in difficoltà?
Che parole ho in bocca? Parole di fede? Di bene? Ho il coraggio di fare discorsi su Dio? Riesco a incarnare con la mia vita queste parole?
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