"Benedetta sei tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo" (cfr. Lc 1,39-56). Così esordisce Elisabetta nel salutare Maria. Augurare e riconoscere la benedizione (cioè che di qualcuno si dica bene) significa augurare e riconoscere che quella persona è piena della grazia di Dio; che Dio, cioè, è con lei. E "se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?" (Rm 8,31).
Maria si è lasciata riempire da Dio, per questo non poteva restare in terra: quando Gesù è morto (e Gesù è Dio), il Padre non lo ha lasciato sulla terra, ma dopo la risurrezione lo ha fatto salire in cielo. Così per Maria: dopo la sua dormitio (così come gli ortodossi chiamano la morte di Maria), la Vergine piena di Dio non poteva restare sulla terra. Il posto di Dio è in cielo, è in alto, per permetterci di alzare gli occhi e chiedergli la grazia, l'aiuto, ogni volta che abbiamo bisogno.
Il problema è non farsi sfuggire la grazia, ma tenerla con sé. Purtroppo, però ogni volta che facciamo spazio al peccato (qualunque esso sia) spingiamo fuori da noi la grazia che il Signore dona agli uomini attraverso le benedizioni dei sacerdoti, il sacramento della confessione, l'Eucarestia che prendiamo (ogni domenica?) a messa...
Maria ci insegna come arrivare al cielo, e l'unica via è seguire il suo esempio: lasciarsi riempire dalla Grazia di Dio.
- Qual è la mia meta?
- Perché non riesco ad essere come Maria?
- Come posso essere benedizione per gli altri?
d. Domenico
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