sabato 25 agosto 2018

La Parola di Dio ti eleva! (21 TO B)



Non è una illusoria esaltazione, ma una concreta promessa che si realizza.

Molta gente delusa non riesce a trovare il senso della propria vita. La stessa gente delusa è convinta di poter vivere senza Dio. Gesù scende sulla terra e insegna all'uomo la via che porta al Cielo, la strada verso l'Amore, ovvero come tornare laddove tutto ha inizio. 

Gesù lo dice, esorta, manda i suoi seguaci a indicare il modo concreto per realizzare il senso della vita degli uomini, ma... non tutti vogliono aderire. Alcuni sentono il peso di quella Parola che Gesù vuole rivolgere: molti vedono quella salita come impossibile e preferiscono crogiolarsi nell'illusoria idea che il peso dei propri peccati e della propria condizione umana sia tale da mantenere l'uomo attaccato alla terra e impossibilitato a elevarsi. 

In realtà è solo pigrizia: Dio ci ha fatti simili a sé, quindi siamo santi e capaci di pensare in grande, di elevarci, di volare alto. Tutto sta nel volerlo. Gesù dopo aver parlato e detto cosa fare per arrivare a Dio chiede: «Volete andarvene anche voi?» (Gv 6,66). Dio ci lascia liberi di scegliere se restare umani schiavi delle nostre passioni, o elevare la nostra condizione diventando simili a Lui.

Pietro capisce che la propria condizione di peccatore può essere superata solo se resta con Gesù e risponde: «Signore, da chi andremo? Solo tu hai parole di vita eterna!» (Gv 6,67).

La Parola di Dio è l'unica che può dire qualcosa di sensato alla nostra vita, che ci può aiutare nel compiere scelte, è l'unica che può far diventare l'uomo più uomo e meno bestia, elevandolo così a panoramiche vette celesti.

Dio è come un alpinista che ti chiede: vuoi scalare con un po' di fatica la montagna sino alla vetta dalla quale vedere tutte le bellezze del creato, oppure preferisci lasciarti cadere nell'abisso oscuro dove tutto ti sembra insormontabile e la disperazione ti divora? 

Dio ci lascia liberi, vuole solo aiutare e non condannare. La sua Parola non vuole ostacolare, ma eliminare ciò che impedisce di volare. Sono le nostre scelte a dannarci o a salvarci...
  • Chi/cosa scelgo?
  • Perché scelgo/non scelgo Dio?
  • Cosa voglio veramente? Perché?

d. Domenico

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sabato 18 agosto 2018

Nutrirsi di Gesù è la ricetta della felicità (20 TO B)


Tutti desideriamo una vita felice, colorata, senza ansie, capace di avere un senso e di essere d'aiuto agli altri...

"Il Padre dà la vita" (cfr Gv 6,57), Gesù è la vita e facendosi mangiare e bere è assunto dentro l'uomo e diventa energia per vivere al meglio, gioiosamente!

Chi vive senza Cristo si vede: prima o poi la cupidigia (l'amarezza, la bramosia, la difficoltà a evitare il peccato) e la cupezza (mancanza di luce, di fiducia, di stima) diventa sempre più grande.

Gesù dice chiaramente che: "chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me" (Gv 6,56-57).

La questione allora è:
  • per chi vivo?
  • di cosa mi nutro?
  • la mia vita parla di Dio? quanto? come?
d. Domenico

martedì 14 agosto 2018

Maria è Assunta perché piena di Grazia



"Benedetta sei tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo" (cfr. Lc 1,39-56). Così esordisce Elisabetta nel salutare Maria. Augurare e riconoscere la benedizione (cioè che di qualcuno si dica bene) significa augurare e riconoscere che quella persona è piena della grazia di Dio; che Dio, cioè, è con lei. E "se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?" (Rm 8,31).

Maria si è lasciata riempire da Dio, per questo non poteva restare in terra: quando Gesù è morto (e Gesù è Dio), il Padre non lo ha lasciato sulla terra, ma dopo la risurrezione lo ha fatto salire in cielo. Così per Maria: dopo la sua dormitio (così come gli ortodossi chiamano la morte di Maria), la Vergine piena di Dio non poteva restare sulla terra. Il posto di Dio è in cielo, è in alto, per permetterci di alzare gli occhi e chiedergli la grazia, l'aiuto, ogni volta che abbiamo bisogno.

Il problema è non farsi sfuggire la grazia, ma tenerla con sé. Purtroppo, però ogni volta che facciamo spazio al peccato (qualunque esso sia) spingiamo fuori da noi la grazia che il Signore dona agli uomini attraverso le benedizioni dei sacerdoti, il sacramento della confessione, l'Eucarestia che prendiamo (ogni domenica?) a messa...

Maria ci insegna come arrivare al cielo, e l'unica via è seguire il suo esempio: lasciarsi riempire dalla Grazia di Dio.
  • Qual è la mia meta?
  • Perché non riesco ad essere come Maria?
  • Come posso essere benedizione per gli altri?

d. Domenico

sabato 11 agosto 2018

La dieta di Dio (19 TO B)



In questo tempo estivo sono molte le diete che vengono seguite per evitare di perdere la forma snella che aiuta perché ci si possa esibire e farsi notare a mare o nelle serate in vacanza... Si evitano alcuni alimenti e spesso anche quelli più importanti.

Molti cristiani appena vanno in vacanza inseriscono nella lista delle cosa da eliminare anche la messa (con la scusa del troppo caldo, che in inverno diventa troppo freddo,  o del tempo che non c'è... e se in vacanza non si ha tempo, figuriamoci quando si è a casa!). Così, l'Eucarestia, il Pane del Cielo, l'alimento principale per la dieta di un cristiano, viene messo da parte. Come si alimenta in questi casi la fede? Riempiendola di credenze e vizietti.

Gesù nel Vangelo (Gv 6,41-51) afferma di essere il "pane disceso dal cielo" e chi ne mangia non avrà mai più fame. Troppe volte ci nutriamo di cose che riempiono lo stomaco o che ci riempiono fisicamente, ma poi (come biologicamente accade) quando la fame torna vogliamo mangiare di nuovo e sempre di più fino a non farcene bastare mai...

Solo Gesù è il pane della vita e non (solo) dello stomaco! Ovvero, il suo è un cibo che sa essere biologicamente utile per le energie fisiche del nostro organismo, ma è anche nutrimento dello Spirito. Cosa farebbe un corpo senza anima? Cosa farebbe una persona senza spirito? Potrebbe fare certamente tutto, ma non si distinguerà dagli animali, perché cresceranno i propri istinti, ma la sua umanità non esisterebbe. 

Nutrirsi di Cristo significa saperlo accogliere nella propria vita e lasciare che la sua Parola diventi energia che alimenta le azioni, i pensieri, le parole e orienti tutta la propria volontà verso la volontà di Colui che ci vuole in tutti simili a Lui, per essere davvero grandi e finalmente santi.
  • Di cosa mi nutro?
  • Mi nutro del Pane del Cielo? Lo accolgo con purezza con frequente confessione oppure lo mangio per superstizione e con distrazione?
  • Qual è la prima cosa che elimino dalla mia "dieta" estiva?

d. Domenico







sabato 4 agosto 2018

Tra il dire e il fare c'è l'essere... di Dio (18 TO B)




Quando c'è il Signore, la vita è tutta una Pasqua, una grande gioia. Però coloro che sono attratti da Gesù gli chiedono sempre "cosa devono fare" per fare la volontà del Padre. 

Fare la volontà del Padre rende certamente felici, ma prima o poi stanca perché ciò che si fa non convince pienamente. Questo accade quando si asseconda qualcuno senza coglierne il motivo profondo. Invece, vivere la volontà del Padre significa entra in comunione con Lui, partecipare della sua gioia, della sua luce e divenire luce che illumina altri affinché quella luce entri nelle persone che si incontrano e queste, contagiate da questa luminosità, iniziano a illuminare altri e altri ancora... È l'amore che entra in circolo virtuoso.

È come dire: faccio l'innamorato oppure sono innamorato: nel primo caso devo dimostrare, devo far vedere, devo sforzarmi con gesti e parole d'amore, e spesso si avverte l'inautenticità; nel secondo caso non ho bisogno di dimostrare nulla, perché ciò che vivo si palesa da solo e la gente intorno a me vede una luce particolare che mi illumina. 

"Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato»" (Gv 6,28-29).

Gesù non vuole che facciamo, ma che semplicemente crediamo e chi crede è convinto di qualcosa al punto che essa prende vita nella sua vita, conforma il suo pensiero al pensiero di Dio, trasforma in parole proprie la Parola e non desidera splendere di luce propria, perché sa che il suo splendore viene da Chi splende più forte di lui...

  • Non sempre sono stato vicino al Signore: cosa mi ha avvicinato a Lui?
  • Perché ho scelto di rimanere con Dio, di pregare, di andare a messa...?
  • La mia vita si sta modellando al Vangelo o trova ancora difficoltà? 
  • Quali sono le difficoltà che non mi permettono di aderire a Cristo?


d. Domenico