sabato 24 febbraio 2018

Dio è incontentabile



A Dio piace fare le cose in grande per farci uscire dalla nostra piccolezza. 

Non gli bastava aver creato la terra e la compagnia all’uomo per dirgli che lo ama. Non gli bastava aver compiuto grandi prodigi attraverso i suoi profeti, né si è accontentato di incarnarsi per sottolineare il suo infinito amore per l’uomo, ma ha fatto sempre qualcosa di più perché le sue creature si accorgessero che Lui le amava. È finanche morto e risorto! Sembrerebbe un po’ megalomane questo Dio...

Nel Vangelo sentiamo che Gesù «fu trasfigurato» (Mc 9,2-10). Particolare non trascurabile dal momento che Dio si mette ancora una volta in comunicazione con l'uomo: trans- (= passaggio) e figura dicono come Dio attraverso Gesù comunica l’immagine di sé che l’uomo non può vedere faccia a faccia, perché lo splendore è talmente forte che non lo sosterrebbe. 

I discepoli qui sono chiamati ad averne un assaggio. Essi si mettono in ascolto e riconoscono in Gesù “qualcuno” per cui vale la pena e lo ammettono: è bello stare con te, Gesù! 

Quando il Signore ha a che fare coi monti e/o si mette in disparte, sta per compiere qualcosa di grandioso. Il Figlio presta la sua esistenza al Padre perché gli uomini lo vedessero, lo conoscessero, capissero quanto li ama! Dio è sempre originale quando deve comunicare all’uomo il suo amore. 

Noi oggi ci limitiamo a svendere quel “ti amo” e poi, magari, in nome di quello pseudo amore, compiamo atti che comunicano l’esatto contrario del bene che si promette all’altro. Dio invece ci insegna che l’amore va dimostrato facendo sentire l’altro unico e irripetibile, riempiendolo non di beni materiali, ma di gioia del cuore. Quando il Signore compie un miracolo si sta ingegnando a comunicare a quella persona che è follemente innamorato di lei.

Da qui si comprende che quando Gesù ordina di non raccontare niente a nessuno lo fa perché nessuno comprenderebbe quell’amore prima di poterne fare esperienza. Per sperimentare l’amore di Dio, allora, bisogna ascoltare il Figlio amato, il quale apre il cuore e lo prepara a ricevere il grande amore che il Padre vuole riversare in ciascuno. 

Solo ascoltando e aderendo alle parole di Gesù se ne potrà comprendere la morte e la risurrezione come eventi di comunicazione dell’Amore. Ma quale Dio ama così tanto? Se vogliamo ancora dubitare di Dio, siamo liberi di farlo, ma resteremo ciechi e impoveriti.
  • Mi sento amato da Dio?
  • Mi metto in ascolto? 
  • Il mio cuore è disponibile a ricevere Dio? O sono pieno delle mie cose frivole?
D. Domenico







sabato 17 febbraio 2018

Dio cerca amore




"AAA Amore cercasi". Potrebbe sembrare il titolo di una trasmissione tv, invece è quello che fa Dio con noi in questo tempo. Dio viene a cercarci, perché siamo noi il suo amore. 

Siamo sempre abituati a pensare a Dio come amore, a Dio che va amato... ma poi, di fatti, il nostro comportamento e i nostri peccati dimostrano quanto poco lo amiamo. Allora ribaltiamo la prospettiva: Noi siamo amore: sia perché siamo il frutto dell'amore che Lui prova per noi (l'Amore genera amore), sia perché è talmente innamorato di noi che viene a cercarci e, come se non bastasse, ci mette nelle condizioni affinché ci lasciamo trovare.

Nel libro della Genesi (9,8-15) Dio pone un arco (l'arcobaleno per intenderci!) come segno dell'alleanza tra Cielo e Terra, come testimonianza d'amore che parte da Dio e giunge fino a noi, come ponte che Dio dà all'uomo per arrivare a Lui. Ma chi mai è riuscito a toccare l'arco? Chi mai lo ha percorso? Potremmo dire che è impossibile raggiungere Dio, ecco perché è Dio che cerca di raggiungere l'uomo e lo fa in due modi: mandando Gesù e permettendoci ogni anno di entrare nel deserto con Lui.

Il deserto (Mc 1,12-15) è il luogo dove il Signore vuole incontrarci, dove siamo completamente nudi, fragili, liberi di compiere le nostre scelte: se entrare o uscire, se lasciarci tentare o resistere fino al suo arrivo, se cedere alle lusinghe delle allucinazioni che ci fanno vedere le cose più facili e ammalianti oppure attendere che passino le difficoltà e farci trovare forti dal Signore. 

Come quando un ragazzo porta la sua ragazza in un luogo in cui, se lei accetterà di andare, le farà la sua proposta d'amore. Lei deve solo fidarsi. L'amore è una proposta che una persona fa all'altra, quest'ultima è chiamata a scegliere se accettare o meno. 

Il Signore ci porta nel deserto e ci chiede di attenderlo. Lui verrà e ci farà la sua proposta, ma noi dobbiamo farci trovare forti e perseveranti, senza cedere ai miraggi che il nemico ci manderà. Dio è lì nel deserto dove, però, troppo sole può farci male rischiando di vedere cose sbagliate e di dimenticarci del Signore. Ecco che ogni tanto arrivano le nuvole che rabbuiano l'anima e nella tempesta, se fai silenzio e scruti attentamente fra le nubi, Lui si fa vedere attraverso il suo arco...

Il Signore è innamorato di me. Ha impostato il suo GPS e viene a cercarmi: 
  • mi voglio far trovare o no? Voglio restare o scappare?
  • cosa mi impedisce di incontrarlo? Da cosa devo ancora liberarmi? Voglio liberarmene davvero?
  • quali allucinazioni mi manda il nemico per convincermi a uscire presto dal deserto? Mi piacciono? Le so riconoscere? Cosa faccio per resistere?
  • nei giorni grigi, mi lascio cercare dal Signore?
d. Domenico












domenica 11 febbraio 2018

Il supermercato gratis dell'Amore





Tante volte ci rivolgiamo a Dio solo quando siamo nel bisogno o abbiamo richieste, come se Dio non sapesse già cosa vogliamo. Il fatto è che Lui vuole entrare in contatto con noi, non vuol essere usato come un supermercato.

Nel Vangelo (Mc 1, 40-45), il lebbroso dice a Gesù «Se vuoi, puoi guarirmi». Al sentire la supplica sincera di quell'uomo e del suo cuore libero dal mercantilismo, Gesù «ne ebbe compassione», sente il patos, gli stessi sentimenti di quel sofferente. Dio quando trova i nostri cuori liberi dalla logica del do ut des, ("ti do se mi dai"), senza riserve, spalancati, e che gli permettono di entrare, soffre con noi, ci tocca e ci esaudisce per amore! 

Spesso però ci rapportiamo a Dio solo quando abbiamo una richiesta, un desiderio, un ambizione, come quando andiamo al negozio solo perché ci serve qualcosa: pago e ottengo. Le nostre mani non sono mai aperte in segno di accoglienza e abbandono, come in molte raffigurazioni della Vergine Maria. Purtroppo, abbiamo sempre una mano aperta per ricevere e l'altra chiusa contenente il corrispettivo da pagare. E crediamo che il rapporto con Dio sia lo stesso ("ti faccio una bella offerta purché tu mi esaudisca, e possibilmente presto!").

È bello leggere l'esito di questo Vangelo in chiave positiva, perché dice l’atteggiamento che dovrebbe avere ogni cristiano: Gesù concede la grazia al lebbroso, perché avverte gli stessi suoi sentimenti, prova su di sé il dolore di quel figlio. Gesù soffre con noi. Quindi lo guarisce. Il lebbroso pieno di gioia, nonostante Gesù gli abbia ordinato di non raccontare nulla a nessuno, va via e gli disobbedisce perché ha sperimentato la bontà e la gratuità, di un gesto che non vuole nulla in cambio: l’amore di Dio. Un amore libero e autentico. Gratis!

Chi sperimenta l’Amore non può/non vuole tenerlo solo per sé, vuole comunicarlo al mondo intero! Quando ci capita una bella meravigliosa, magari attesa da tanto tempo, scoppiamo di gioia e vogliamo raccontarla a tutti! Ecco che diventiamo testimoni di quella esperienza. Le persone che sentono parlare il lebbroso sono contagiate e incuriosite: vogliono anche loro fare una bella esperienza e vanno da Gesù.

Dio vuole dispensare il suo Amore gratis, non vuole niente in cambio, solo il tuo cuore libero.

  • Anche io vado da Gesù. Quanto è sincero il mio cuore?
  • Il mio amore per Dio è gratuito o mercantile?
  • Il lebbroso si è fatto testimone della grazia ricevuta. Ogni giorno riceviamo grazie ma troppo occupati per accorgercene. Sono capace di riconoscere e raccontare le grazie che il Signore mia fa? 
d. Domenico

venerdì 2 febbraio 2018

Gesù, il primo dei supereroi





Il primo di tutti i supereroi è Gesù, poiché insegna a tutti i suoi “colleghi” a liberare dal male e dai pericoli. Basta avere fede. Basta avere a cuore ciò che Lui ha nel cuore: il Bene!

Lo sa bene Giobbe che si preoccupa del bene, di quello che Jahvè mostra continuamente a chi non si lascia annebbiare la vista dal male e di quello che non potrà più vedere realizzato per suo merito dopo aver avuto un insegnante come Dio: «un soffio è la mia vita: il mio occhio non rivedrà più il bene» (Gb 7,7).

In effetti, sembra che abbiamo tanto tempo... invece la vita passa veloce. Quante cose vedono i nostri occhi! Spesso sembra anche che tutto sia brutto, come se percepissimo solo il male. Allora dovremmo chiederci: 
  • Io quanto mi sto impegnando nel fare spazio al bene? 
  • Cosa faccio per il bene? 
  • Davanti agli ostacoli dei miei tentativi di bene, mi arrendo adeguandomi, o persevero lottando?
Gesù, nel Vangelo (Mc 1,29-39), ci insegna che non c’è un tempo per fare il bene, ma che “ogni momento è quello giusto” (come diceva uno spot). In giorno di sabato (in cui per gli ebrei è proibito fare qualunque cosa), Gesù entra in casa di Simone e guarisce la suocera.

È curioso vedere che al tramonto (quando ormai il giorno è finito) gli ebrei riprendono le proprie attività e gli portano malati e indemoniati perché fossero salvati. 

Cristo si comporta come un supereroe: opera quando nessuno può vederlo, perchè vuole intimità col suo bisognoso; opera di notte, si cala nel buio della vita di ciascuno affinché incontrandolo, tutti facciano esperienza dell’alba del giorno nuovo, della nuova vita, della risurrezione. Non esistono altre pratiche (magiche o superstiziose) che superino il nostro super-eroe. 

Il Signore vuole liberarti dal peccato che ti incatena e dal buio che porta angoscia e tristezza! Gesù vuole entrare in casa tua, nella tua vita, vuole guarirti da quella malattia, da quel peccato, da quella schiavitù di cui tu solo conosci il nome, perchè praticandolo ti senti sempre più lontano da Lui!

  • Come si chiama la mia “malattia”?
  • Voglio che Gesù entri nella mia vita e me ne liberi?
  • Sono disposto a cambiare vita se Gesù me lo chiede? O preferisco la schiavitù demoralizzante e triste del mio peccato?
  • Dico di amare il Signore... ma voglio stare davvero con Lui?


d. Domenico