domenica 25 giugno 2017

Annunciate dai tetti!



Le notizie belle vanno gridate, vanno fatte conoscere. Che gioia è una gioia non condivisa?

"Non abbiate paura" dice il Signore (Mt 10,26). Le paure nascono dall'ignoto, da ciò che non si conosce, dalle incertezze... Gesù questo lo sa, ecco perché ci ha parlato del Padre: per farcelo conoscere e per assicurarci che le Sue promesse si realizzano. Attraverso il Figlio, il Padre ha già iniziato a concretizzare quelle che un tempo erano solo parole: "il Verbo si è fatto carne" (Gv 1,14).

Dunque a noi cristiani è già dato di conoscere il Padre, almeno di farne esperienza. L'esperienza parla al cuore, ma ha bisogno di incontro. Il Signore va incontrato attraverso i sacramenti, la Parola, i pastori, la comunità, ecc. Se non mi impegno a farlo, come potrò dire di conoscerlo? Posso dire di conoscere qualcosa o qualcuno se non mi informo, se non vado alla fonte? Dio è così. Sentir parlare di Dio, informarmi e fare esperienza spirituale mi aiuterà a sentire ciò che Lui è per me, cosa Lui vuole da me, cosa Lui ha fatto per me. Il tutto si riassume nella parola Amore!

Lui è Amore che si vuole donare a me, vuol essere accolto, vuol essere imitato nella donazione di se stessi. Infine, questo Amore gioioso necessita di essere annunciato: "quello che ascoltate all'orecchio annunciatelo dai tetti" (Mt 10,27).

I tetti della nostra vita, dai quali dare testimonianza del nostro essere cristiani convinti (se lo siamo!), possono essere il lavoro (attraverso il comportamento onesto nel compiere il proprio dovere, assumendo un atteggiamento disponibile e umano nei confronti dei propri colleghi, nell'aiuto fraterno ad essi nonostante l'insopportabile carattere di qualcuno...), la politica (attraverso l'impegno civile nel contribuire a leggi giuste a favore della vita, della famiglia, delle persone, attraverso la lotta per i diritti umani e per la pace...), la famiglia (promuovendo l'amore sincero, facendosi pacificatori e mantenendo i buoni rapporti nonostante le incomprensioni, le diversità e tutte le complicate relazioni che ci possono essere), gli amici (evitando certi discorsi e promuovendone altri più elevati, evitando certi modi di fare, certi modi di dire...), ecc.

Insomma, tutti siamo chiamati a condividere, tutti abbiamo un tetto o un terrazzo dal quale annunciare, ma abbiamo bisogno di ascoltare e l'ascolto ha bisogno di attenzione: non consente che ci lasciamo distrarre...
  • Quali sono le mie paure, le mie incertezze? 
  • Quali sono le mie gioie da annunciare?
  • Chi/Cosa è Dio per me: gioia, tristezza, paura, incertezza? Che esperienza ho di Dio?
  • Cosa/chi ascolto? Di cosa/chi mi riempio? 
  • Cosa/chi mi distrae da Dio e dalla Sua Parola?
  • Quali sono i tetti dai quali posso annunciare Dio? Lo faccio? Si, no, perché?
d. Domenico



sabato 17 giugno 2017

Un Dio che si fa mangiare


«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo» (Gv 6,51)

Un corpo che si lascia mangiare, un sangue che si fa bere. Non è cannibalismo, è Amore! Chi darebbe la propria vita per qualcuno che ama? Oggi mi sembra piuttosto di vedere gente che uccide la persona che dice di amare, poiché dilaga l'egoistico pensiero "niente a me, niente a nessuno".

Il pensiero di Dio-Amore, invece, ragiona all'inverso: "nessuno vuole venire a me, allora io mi dono a tutti". E lo fa attraverso un pezzo di pane e un sorso di vino consacrati coi quali Gesù ci attira per portarci al Padre. Com'è gustoso quel vino! E che pace dona quel pane!

Gli elementi sono stati scelti bene da Gesù: pane e vino. Sono prodotti naturali e necessari per sfamare ogni uomo. Nella vita ci può mancare tutto, ma le cose essenziali, come il mangiare e il bere no. L'unico cibo che ci accomuna tutti è il pane. L'unica bevanda conosciuta da tutti e che proviene totalmente da un prodotto naturale è il vino.

Questo significa che il mangiare e il bere sono fondamentali per vivere e se Gesù si è fatto pane e vino significa che anche Lui è necessario per la nostra vita. Molto spesso si crede che quelli siano solo simboli, in realtà lo Spirito li consacra, ovvero rende davvero quel pane corpo di Gesù e quel vino sangue che salva. Ecco perchè celebriamo il ringraziamento (= Eu-caristo, dal greco) del Signore che ci ama e ci dona se stesso come pane per entrare in noi e mantenerci vivi per l'eternità!

Che ci crediate o no, è così. Gesù non vuole convincere, ma salvare! Il resto è mistero della fede e chi accoglie questo mistero vivrà in eterno.


  • Credo nel corpo e sangue di Gesù veramente presenti nell'Eucarestia?
  • Sono convinto che quando sosto davanti all'Eucarestia sono davvero davanti alla carne di Gesù?
  • Che significa per me ringraziare Dio?
  • Cos'è per me la vita eterna?
  • Quanto tempo trascorro lontano dall'Eucarestia?
d. Domenico











sabato 10 giugno 2017

Lo spinner trinitario



Sarebbe un'impresa ardua e ardita tentare di spiegare il grande mistero della Trinità. Tuttavia non dobbiamo dimenticare una cosa fondamentale: il Dio dei cristiani è diverso da tutti gli altri dèi: è trino (Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo) pur restando uno. Sembra impossibile se ragioniamo in termini di addizione (infatti 1+1+1=3). Così facendo aggiungeremmo al Padre un altro Dio (Gesù) e poi un altro ancora (lo Spirito). Arriveremmo così a tre dèi! 

Ma il Figlio e lo Spirito sono dono del Padre perchè noi avessimo degli aiuti per arrivare a Lui. Gesù ci ha insegnato la logica del dono: Dio ci dona il Figlio per salvarci; Gesù dona lo Spirito Santo per agire nel mondo secondo la volontà del Padre. Il dono è parte di una persona, non una cosa aggiunta. Quindi il ragionamento corretto è 1x1x1=1. 

Come dire: 
Dio si fa in tre per te!

Forse questo può generare ansia, ma tranquilli: si può rimediare con l'antistress di ultima invenzione: lo spinner che se usato bene salva dall'affaticamento mentale. Infatti esso è uno pur essendo diviso in tre... e senza una sola di quelle non sarebbe più se stesso e non avrebbe più la sua utilità. In effetti togliendo una delle tre protuberanze il giochino perderebbe la sua stabilità, magari funzionerebbe ancora però la sua bellezza sarebbe corrotta e il suo scopo sarebbe raggiunto solo in parte, non completamente. Ma chi vorrebbe usare qualcosa di incompleto?

Perché accontentarci di un Dio che dica cosa dobbiamo fare, quando abbiamo un Padre che ci ha chiesto solo di amare e ci ha amati tanto da donarci il Figlio affinché ci dimostrasse come si ama? Perché accontentarsi di un Padre e un Figlio che ci incoraggiano ad assumere un comportamento, quando poi invocando lo Spirito Santo ci viene donata la forza per metterlo in pratica? 

Dio ti dà gli "strumenti". Tu devi solo usarli. È inutile che cerchi la pace dell'anima affidandola a un antistress (materiale, immorale, spirituale...)! Impara piuttosto a cercarla in quelle tre Persone divine che chiedono di abitare in te. Invocale. Affidati a loro. Accoglile con fede.
  • Cos'è per me la Trinità? Credo che sia Dio? 
  • Nessuna delle tre Persone della Trinità è più importante dell'altra. Rischio una convinzione diversa? Perché? Come posso correggerla?
  • A cosa/chi mi affido per cercare la pace?
  • Chi/Qual è lo "spinner" (ovvero compulsione/vizio) al quale affido i miei stress?
  • Che ruolo ha Dio nella mia ricerca di pace? Mi rivolgo a Lui? Quando? Perché? Come?

d. Domenico



domenica 4 giugno 2017

Facciamo il pieno!


Tutti i cristiani sono parte dell'unico corpo di Gesù, formano la Chiesa, quella locomotiva che deve far viaggiare Dio sui binari (a volte anche brutti e pericolosi) del mondo. Come le locomotrici hanno bisogno di energia per muoversi e tirare, anche i cristiani devono alimentarsi di forza per aiutare Dio a portare avanti la Chiesa. La nostra forza è lo Spirito Santo che ci muove, ci guida e ci ispira. Ma anche noi abbiamo bisogno del nostro pit stop, ovvero della sosta durante la quale ricaricarci facendo rifornimento di carburante. 

La Pentecoste è questo: 
la gioiosa sosta annuale concessa ad ogni cristiano per fare il pieno di Spirito Santo e ripartire!

"Andate, vi mando" ad annunciare la bella notizia che Dio ama tutti, dice Gesù. Siccome sa che potremmo far danni oppure il nostro entusiasmo iniziale potrebbe avere delle battute d'arresto, ci dona la carica necessaria: «ricevete lo Spirito Santo». E come si fa per vedere se agiamo davvero secondo lo Spirito? Se sapremo perdonare. 

Quanta gente sento giurare sulla morte di chi gli ha provocato una sofferenza, quanti sedicenti cristiani perdono tempo a odiare ed escogitare vendette. Certamente hanno una credenza (non una fede in Cristo) e sicuramente non sono sotto l'azione dello Spirito Santo!

Gesù ci manda a testimoniare l'amore che ha avuto Lui fin sulla croce quando guardava i carnefici che lo avevano crocifisso: chiede perdono per loro al Padre Suo e quasi li ringrazia perchè se essi non lo avessero fatto soffrire non avrebbe potuto manifestare la potenza del Suo amore. Li perdona. Li ama. Penso ad alcuni che si dicono fedeli a Cristo e non vogliono perdonare nemmeno piccole offese rispetto a quelle subite da Nostro Signore! 

Tante, troppe volte, sento dire da chi si definisce cristiano che non riesce a credere ai dogmi, ai sacramenti, che ha paura di testimoniare Gesù e i suoi insegnamenti (in politica, a lavoro, tra gli amici, a scuola...). Eppure Gesù ha detto «non temete!». Ci ha proposto di fidarci e lasciarci guidare. Noi dobbiamo portare avanti la Chiesa, il corpo mistico di Cristo, il Suo insegnamento! E poco interessa il come: a quello ci pensa Lui, ce lo ispirerà al momento opportuno se invochiamo lo Spirito Santo.

Pretendere di fare di testa propria, senza invocare il Gran Dono che Gesù ci ha affidato, senza pregare che si faccia la Sua volontà, è una pretesa fallimentare già in partenza. Se lavoriamo per perpetuare il Vangelo ("per un mondo migliore") e lo facciamo lasciandoci guidare solo da Lui e solo per Lui, allora Egli ci darà i successi che mai ci aspetteremmo!
  • Invoco lo Spirito?
  • Il mio essere cristiano da cosa è mosso?
  • Per chi sono cristiano? 
  • Perché sono cristiano?
  • Quali sono gli ambiti ancora bui della mia fede che hanno bisogno di essere approfonditi? 
  • In cosa non riesco a lasciarmi guidare dallo Spirito? Perché?
  • Quali sono gli ambiti della mia vita in cui non riesco a vivere la fede?
  • Dove mi vergogno/ho paura di testimoniare che sono cristiano?
Lo Spirito Santo è un dono di gioia. Chi lo possiede sorride sempre perchè sa che non è mai solo, ma il Risorto è con lui. Lo Spirito Santo ci ricorda che siamo chiamati a far festa perchè Dio è l'Emmanuele, il Dio con noi. 
Allora buona festa di Pentecoste, di pienezza di Spirito!


d. Domenico