domenica 27 novembre 2016

Vegliate! Siate credenti, non creduloni!

Oggi è il capodanno della Chiesa, il giorno in cui inizia l'anno liturgico. Un tempo di grazia che chiamiamo Avvento. In questo tempo Gesù ci dice: "State attenti, vegliate" (cfr. Mt 24,37-44). 

In altri termini: è tempo di svegliarsi! Noi diremmo che "chi dorme non piglia pesci", quindi bisogna stare attenti e prepararsi. Ma a cosa, a chi? Al Signore che viene. Gesù sappiamo che nasce il 25 Dicembre e ha promesso di tornare... ma non ha detto quando. Il tempo che ci viene concesso fino a Natale serve per allenarci a essere pronti, a non dormire... insomma, a svegliarci!

Ma da cosa dobbiamo svegliarci? Dalla mediocrità del peccato che assopisce la nostra fede e non ci permette di vedere Gesù mentre si avvicina...

Il peccato ci addormenta, perché non mi fa riconoscere Gesù col rischio che, come 2000 anni fa, quando è venuto non lo hanno riconosciuto, così anche noi, oggi, corriamo il pericolo di restare distratti: dalla routine quotidiana, dai pensieri negativi, dall'ozio, dall'egoismo, dall'avidità, dalla brama di potere, dal denaro, dal lavoro, dalla tecnologia (ab)usata male...

Per prepararsi occorre mettere da parte ciò che non ha a che fare con Cristo. Se diciamo di essere cristiani, ma preferiamo dormire (non solo fisicamente) e vivere con costumi molto rilassati, significa che vogliamo lasciare a riposo la nostra fede. Questo non vuol dire essere credenti, ma creduloni! Noi siamo chiamati a dare ragione di ciò in cui crediamo (con la confessione che ci purifica, con la meditazione che apre e predispone il nostro cuore). E ci crederemo nella misura in cui lo metteremo in pratica!

La vera fede esige di essere ravvivata, svegliata, approfondita, meditata... questo porterà alla maggiore conoscenza di chi è veramente Gesù. Questo significa prepararsi al Suo arrivo. Se non mi sono impegnato a conoscere Cristo, quando verrà non lo riconoscerò e vivrò quel giorno come tutti gli altri...

Puntuale, come ogni anno, il Signore viene! 

E io come mi sto preparando?
d. Domenico

martedì 22 novembre 2016

Santa Cecilia ci insegna a cantare Dio

Un cristiano può essere stonato non solo con la voce, ma anche con la vita quando, cioè, ciò che vive e il modo in cui vive non sono in armonia con la melodia del Vangelo.

Facciamo della nostra vita un perenne canto di lode a Dio!

domenica 20 novembre 2016

Senza Cristo come Re è come vivere senza testa


Nella solennità di Cristo Re e nel vedere Gesù morire in croce (Lc 23,35-43), c'è ben poco da essere fieri ad avere un re così... ma poi re di cosa? Perché Gesù voleva farsi re? Non c'era già un re?

Ad occhi stupidi e increduli tutte queste osservazioni sono lecite, il fatto è che Gesù è re di chi lo vuole seguire... dei cristiani!

In breve potremmo comprendere la regalità di Cristo anche solo a partire dal significato di re, ovvero essere capo, guida. Dunque Gesù è mandato sulla terra per aiutare gli uomini a conoscere Dio, conformarsi al suo insegnamento e giungere in Paradiso. Allora il regno di Gesù è il Paradiso! Non fa niente se lo capiamo tardi, l'importante è impegnarsi a comprendere che Dio ci vuole salvare, cioè portare tutti in Paradiso, ci vuole dare la vita eterna e lo fa dandoci una strada da seguire... il Figlio!

Cristo non fa altro che indicarci la via, perché non perdiamo di vista il nostro obiettivo: conquistarci il Paradiso. Non importa se è tardi, possiamo sempre iniziare a seguire la sua Parola: in fondo, anche il ladrone in croce, dopo aver compreso che Gesù è veramente re, si converte... e il Signore gli dà le chiavi del suo regno, regno di vita, di verità, di pace...

Quindi Gesù è 
- re di vita, perché seguendo i suoi insegnamenti ci aiuta a dare significato vero e profondo alla nostra vita (quante vite vuote ci sono, perché credono di poter fare a meno di Dio!); 
- re di verità, perché più lo seguiamo e più impariamo a conoscere Dio e il suo progetto di amore per noi;
- re di pace, perché se ci comportiamo come "Cristo comanda" non avremo più bisogno di farci "guerra" tra noi.

Ma Gesù, come ogni capo, non è mai ben visto, perché dice cose che ci danno fastidio... ma sono proprio quelle che ci permettono di crescere (come un genitore coi figli).

Se poi consideriamo che in italiano il termine capo è usato per riferirsi anche alla testa, capiamo che non si può vivere senza un capo: sarebbe come pretendere che un corpo vivesse senza testa! Come fa un corpo a sapere cosa deve fare se non ha la testa?? Come fa senza testa un corpo a restare in piedi?? Come si può definire "persona" un corpo senza testa?? Ecco che Gesù ci dice cosa fare per vivere bene e con Lui siamo pienamente persona!

  • Anche gli svaghi, la tecnologia sono tentazioni che possono diventare "capi" della mia vita... 
  • C'è qualche peccato che ha il sopravvento nella mia vita togliendo il primato a Cristo?
  • Chi/Cosa sto seguendo? Cosa farei per questo?
  • Mi piacerebbe vivere senza un capo che mi dice anche le cose scomode? Perché?
  • Mi è difficile capire che Gesù vuole il mio bene? Perché?
  • Come mi piacerebbe vivere la fede?
  • Cosa vorrei che Gesù mi dicesse perché possa vivere bene?
d. Domenico B.





domenica 13 novembre 2016

Il cristiano è un sognatore


I sogni son desideri. Desiderare significa puntare alle stelle. San Paolo insegna che dobbiamo aspirare alle cose alte ("Duc in altum"), cioè puntare a Dio, alzare la testa, nonostante i momenti bui! 

Quindi chi sogna, o sogna Dio o non sogna. 

Un cristiano che non sa sognare Dio non è un buon cristiano. Gesù nel Vangelo (Lc 21,5-19) dice che non dobbiamo fidarci di chi vuole dirci come andrà il mondo, di come andrà il futuro... Sono tutti bugiardi! Nessuno può sapere cosa accadrà, se non Dio solo!

Quante volte anziché credere alla Parola di Dio che vuole guidarci alle cose alte, crediamo alle parole degli uomini (cartomanti, maghi, fattucchieri...) o quante volte cerchiamo la pace e la felicità in pratiche pseudo-psico-religiose che non hanno niente a che fare con la fede? Che cristiano è quello che non apre il Vangelo e si lascia guidare dall'insegnamento del Signore?

Essere cristiani oggi non è facile, lo dice pure Gesù ("vi perseguiteranno", "vi odieranno", "perderete la vita a causa del mio nome"...), ma non per questo dobbiamo smettere di esserlo! Gesù ha promesso la vita eterna per chi sarà perseverante nella fede: "Con la perseveranza la vostra vita si salverà". 

Cos'è la perseveranza? E' l'energia che spendo per raggiungere qualcosa che ho nel cuore e a cui tengo tanto. Se ho un sogno che per me vale davvero la pena raggiungere, farò di tutto perché si realizzi. Lotterò fino in fondo e duramente, perché ci credo veramente! 
Altrimenti vuol dire che non è importante...

Quando c'è un sogno che voglio realizzare con tutte le mie forze, anche nelle difficoltà non mi abbatto, ma resisto, proseguo, persevero!
  • So sognare il Bene? Mi lascio guidare da Lui?
  • Tutti vogliono la pace nel mondo, ma quanti cercano Dio che è la Pace? Quanti si sforzano di seguire gli insegnamenti di Dio, affinché la sua Parola si incarni ed entri nel mondo attraverso di noi?

Un uomo che non sogna Dio, non sa sognare.
  • Ho un sogno? So sognare? Cosa sogno?
  • So sognare Dio? Sogno la vita eterna? 

d. Domenico





domenica 6 novembre 2016

Il Diocardiogramma


Quante volte mi è venuto di pensare che Dio non avrebbe dovuto inventare la morte... è una cosa sadica.

Poi, leggendo il Vangelo (Lc 20, 27-38) ho letto che Gesù confrontandosi coi sadducei (che non credevano alla risurrezione) parla di risurrezione e di Dio dei viventi.

In effetti, ho pensato che anche noi oggi siamo un po' sadducei: non siamo molto convinti della risurrezione della carne... Eppure noi cristiani, che seguiamo Cristo, non dovremmo mai dubitare di questo, perché Gesù è stato il primo a risorgere, cioè ad avere una vita nuova, trasformata... e per chi lo segue e "vive per Lui" è garantita la stessa sorte. Infatti il Vangelo si conclude che "Dio è il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe". Dice che "è", non "è stato". Quindi Abramo, Isacco e Giacobbe sono vivi, hanno ricevuto la nuova vita, dopo aver vissuto per Dio la loro vita terrena!

Qui ho capito che non è stato Dio a inventare la morte, Lui ha creato solo la vita...

Ma che significa "vivere per Dio"?
Se il peccato offende Dio, ogni volta che pecco mi sto allontanando da Lui perché non sto facendo qualcosa di cui può essere contento. E se Dio mi ha dato la vita, vuol dire che ciò che mi dice di fare è per vivere a pieno questa vita... quindi ogni volta che pecco muoio, perché non vivo secondo la sua volontà, ma secondo le cose banali e passeggere di questo mondo che mi allontanano da Lui e mi fanno morire... anche se il mio elettrocardiogramma continua a dare segni di vita, ma sarà una vita che finirà qui in terra.

In questo Vangelo Gesù mi sta dicendo: "vuoi vivere per sempre? Nel Battesimo hai avuto un cuore nuovo che va controllato con il Diocardiogramma: per avere veramente vita, il tuo cuore deve battere al battito del cuore di Dio, ovvero ogni tuo respiro, ogni tuo momento di vita, ogni tuo battito di cuore deve essere pieno di Dio, deve interrogare la volontà di Dio: Dio sarebbe felice per quello che sto per fare?".

Ogni volta che rendo felice Dio sarò felice pure io e quando il mio cuore umano si fermerà, tornerà a battere con quello di Dio, in Paradiso dove finalmente potrà esplodere di gioia infinita!



  • Vivo per Dio? Come? Quanto?
  • Il mio cuore batte per le cose terrene o per quelle di Dio?
  • Gesù vuole trasformare la mia vita in Vita felice: lo so seguire? Anche quando è difficile?
  • Quanto credo nella risurrezione? Quali sono i miei dubbi? 
  • Mi faccio seguire da una figura spirituale che mi aiuti nel mio cammino di vita?
d. Domenico





martedì 1 novembre 2016

Il DNA della felicità


Tutti cercano un modo per essere felici. I Santi lo erano. Ma perché?

I santi hanno compreso bene che Dio è gioia, è bene, è vita! Hanno capito anche che nel Battesimo noi siamo diventati suoi figli "e lo siamo realmente" (cf 1Gv 3,1-3) e Dio con lo Spirito Santo ci ha fatti diventare "a Sua immagine e somiglianza", cioè ci ha dato il Suo DNA, quello della felicità, che ci fa essere in potenza quello che dobbiamo impegnarci ad essere in pratica. 
Come si può mettere in atto questo DNA? Semplicemente comportandoci come Dio comanda. 
E cosa chiede Dio? Ce lo rivela Gesù nelle beatitudini (cf Mt 5,1-12).

Gesù dice che sarà veramente e per sempre beato, ovvero felice, 
- chi sa essere povero di spirito, cioè chi non si fa troppe domande su Dio e lo vive con fiducia;
- chi è mite, cioè si sforza di imitare i comportamenti di Gesù;
- chi cerca la giustizia, cioè si impegna ogni giorno e in ogni momento di capire e seguire qual è la volontà di Dio;
- chi sa essere puro, ovvero cerca sempre di abbandonare i modi mondani di vivere, pensare, agire...;
- chi si sforzerà a vivere secondo gli insegnamenti di Gesù tra mille difficoltà, ma non si scoraggerà mai e cercherà di fare sempre di più perché continua a fidarsi di Dio.

Gesù si rivolge a chiunque si sforzerà a vivere secondo questi insegnamenti, esortandoli a rallegrarsi ed esultare già da ora, perché questa gioia continuerà sicuramente dopo la morte... in Paradiso!

Essere a immagine e somiglianza di Dio significa impegnarsi già da ora a riscoprire il DNA della felicità che Dio ci ha dato e che i Santi (antichi e moderni) ci insegnano che è possibile ancora oggi mettere in pratica. Allora non perdiamo altro tempo, perché Dio ci ha dato le chiavi della gioia del Paradiso. Corriamo verso la porta per aprirla!

  • Voglio essere felice? Dove cerco la felicità? Nelle cose del mondo o nelle cose di Dio?
  • Mi sforzo di vivere le beatitudini come hanno fatto i santi?
  • Sento questa appartenenza intima con Dio?

d. Domenico