mercoledì 31 agosto 2016

L'irruzione di Cristo

Il bello del cristianesimo è che ha tante forme per annunciare Gesù e le sue opere!
Il brutto dei cristiani è che si cristallizzano credendo che la propria forma sia la migliore rispetto ad altre. Cosi si creano divisioni tra i diversi gruppi (Movimenti, Associazioni, Congregazioni...) quasi arrogandosi il diritto di possedere Gesù piuttosto che annunciarlo.
Questa è cattiva testimonianza al Vangelo! 

San Paolo dice che non siamo né di Apollo né di Paolo... Siamo anzitutto di Cristo e Lui solo dobbiamo predicare (cf 1 Cor 3,1-9). Il fine della nostra fede è Gesù, l'oggetto del nostro parlare deve essere il Vangelo. Questo va propagandato attraverso la nostra vita!

Quando Gesù tocca e guarisce la suocera di Simone, lei subito si mette a servirli (cf Lc 4, 38-44). 
Così quando Cristo tocca la mia vita la scuote e la trasforma, io devo subito servirlo annunciando le meraviglie che ha operato in me. 

Quando Cristo fa irruzione nella mia vita, non posso restare indifferente, impassibile, come prima... Ma devo raccontare di questo incontro, mostrare il cambiamento della mia vita.  Altrimenti vuol dire che non mi sto concentrando sulle opere di Dio in me, ma sul mio orgoglio. 

  • Quante volte la mia fede è stata di scandalo piuttosto che di buona testimonianza?
  • Quante volte chiedo a Dio e non lo ringrazio quando mi esaudisce?
  • Quante volte non riconosco che ciò che ho non è solo opera mia?
  • Quante volte di fronte a inspiegabili e positivi avvenimenti ho riconosciuto e ringraziato la mano di Dio?
  • A Dio chiedo di fare. Ma io cosa faccio per Lui? Prego? Come? Quanto? Servo Dio?  Quanto lo servo? Come servo? Chi servo? 
  • Servo Dio o mi servo di Dio? 

d. Domenico


domenica 28 agosto 2016

L'umiltà che fa volare!



Grande insegnamento quello di Gesù che sempre smaschera i modi di fare dell'uomo! (cf Lc 14, 1.7-14)

Quante volte abbiamo organizzato qualcosa senza tener conto delle persone bisognose, ma preoccupandoci di invitare le persone più simpatiche, quelle con cui andiamo d'accordo, quelle che avrebbero potuto onorarci con un regalo o contraccambiando l'invito!
Sentirsi spiattellare questa triste realtà dal Vangelo ci mostra un Gesù scomodo, che ci sta mettendo davanti una verità che non volevamo sentire, ma che è così profondamente radicata in noi! E questo succedeva già ai suoi tempi... tanto più oggi.

Ma il Suo atteggiamento non vuol essere di persona presuntuosa o saccente, bensì di un maestro che sa cosa è radicato nel cuore dell'uomo e vuole insegnare alle Sue creature amate a debellare questo male che non ci permette di avvicinarci a Dio. L'unico scopo di Gesù è insegnarci quei modi di fare che sono propri di Dio per farci somigliare sempre di più a Lui e farci rispondere alla chiamata di essere "a Sua immagine e somiglianza"! Pensiamo un po' se Dio accogliesse solo quelli che lo adulano e rifiutasse quelli che si ricordano di Lui soltanto in punta di morte... dove sarebbe al Sua infinita misericordia? 

Il Vangelo ci esorta a recuperare l'umiltà, ci ricorda cioè che siamo humus, terra, polvere... nulla! Perché innalzarci per quel poco che abbiamo e "montarci" la testa, se da un momento all'altro il Signore ci potrebbe togliere la vita terrena e inevitabilmente dovremo lasciare tutte le cose del mondo quaggiù? 

Essere umili significa comportarsi come Gesù: mettersi dalla parte dei poveri, di chi non ha niente né di materiale, né di affettivo. Questo ci rende leggeri, liberi di volare... volare verso Dio, che per un cristiano deve essere l'unica nostra meta!
d. Domenico


domenica 21 agosto 2016

"Se Bello vuoi apparire, un po' devi soffrire"


"Se bello vuoi apprire, un po' devi soffrire"

Quanto è vero questo saggio e antico detto! E se è vero in un contesto mondano fatto di bellezza e piacere meramente esteriore, tanto più lo può essere per un discorso cristiano che chiede una Bellezza interiore e un piacere del tutto Alto e Altro, riflesso della santità alla quale Dio ci chiama.

Ecco perché Gesù parla della "porta stretta" (Lc 13,22-30). Bella la traduzione in cui l'imperativo di Gesù suona con "Gareggiate per entrare nella porta stretta". Il Signore non vuole uno sforzo solo di volontà, ma l'opera fisica di chi non solo decide di passare la porta stretta, ma si dia veramente da fare! 

Di fronte a un ingresso ampio e spazioso, rispetto a uno stretto e di difficile percorrenza, tutti sceglieremmo il primo. Il problema è che lo percorreremmo anche senza sapere dove porta, rispetto al secondo di cui invece potremmo conoscere la meta. L'illusione crea false sicurezze... ma "non è tutto oro ciò che luccica". La Parola di Dio è così: ci insegna cose apparentemente incerte e difficili da mettere in pratica, ma se le sapessimo vivere tutti, ne riceveremmo solo gioia! Invece preferiamo i falsi bagliori di ciò che sembra migliore e ci culliamo che ci porterà lontano.

Gesù invita a gareggiare per arrivare primi, come gli atleti, alla porta stretta, quella che ci comporterà qualche graffio, e magari ci strapperà pure la maglia... ma alla fine ripagherà con la gioia della conquista! Perché a un certo punto non ci sarà più tempo per entrarvi, il varco sarà chiuso, e chi resterà fuori non potrà accedere alla vera gioia, al Regno di Dio, alla Vita eterna.

Gesù viene interrogato da un tale se saranno pochi o molti quelli che verranno salvati. Gesù non risponde alla domanda perché a noi uomini interessa il numero, a Dio interessa salvare. Gesù sa che Dio vuole salvare tutti, per questo Lui è lì con loro, è qui con noi oggi. Ma arriverà un momento in cui non ci sarà più tempo per salvarci: si salverà chi avrà voluto farlo. 

La salvezza non è questione di numeri da collezionare, ma Vita realizzare. 

E la Vita è il gradino più alto del podio e, un po' come l'oro delle Olimpiadi, bisogna impegnarsi per conquistarlo!
Ma come allenarsi per questa gara? Anzitutto avere chiaro l'obiettivo: la promessa della vita eterna. Per raggiungere l'obiettivo ci vogliono i mezzi: gli atteggiamenti cristiani che Gesù ci insegna. Quindi per allenarsi bisogna entrare in campo attraverso la porta (stretta e spesso scomoda): la Parola di Dio che Gesù ci comunica e ci chiede che venga messa in pratica. Ci dice le regole del "gioco".

Ogni cosa della nostra vita necessita di uno sforzo e di una preparazione per essere conquistata. 
  • Qual è il mio obiettivo? Cosa voglio raggiungere? 
  • Ci credo alla promessa di Cristo? Mi voglio impegnare?

Quindi la salvezza è per tutti, ma solo se mi sarò impegnato ad arrivarci la otterrò. Perché perdere tempo, allora?
Come dire: "chi prima arriva, meglio alloggia". 
  • Dove voglio alloggiare? Cosa voglio conquistare?
d. Domenico Bruno


venerdì 19 agosto 2016

L'amore più grande

Gesù dice qual è il più grande comandamento (Mt 22,34-40): "Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". L'amore è darsi tutto fino in fondo. Se amiamo il Signore non deve restare nulla in noi che gli resista. 


Questo genere di amore porta inevitabilmente a uscire da se stessi e dedicarsi all'altro come dono di Dio per me: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Bisogna solo capire se io amo me stesso. La riflessione qui è profonda...


  • Voglio amare Dio? Cosa mi impedisce di amarlo pienamente? Voglio superare questa resistenza?
  • Riesco a concepire l'altro come dono? Riesco ad amare chi non conosco, solo per il fatto che è creatura di Dio?
  • Mi amo? Che idea ho di me? Mi stimo? Mi sento un dono o mi avverto come un peso?
d. Domenico Bruno




giovedì 18 agosto 2016

L'abito della festa

Tutti quando andiamo a una festa pensiamo al vestito più adatto per dare rilevanza al momento, per essere più belli... È un modo per cambiare noi stessi, magari sentirci di più noi strssi e uscire dalla routine del mondo. Ma c'è sempre chi è un po' refrattario, non gli importa del momento e preferisce non cambiare, ma si àncora al mondo e perde l'occasione di essere diverso.

Dio ci vuole rinnovare e purificare e noi non vogliamo cambiare!
Dio ci promette un cuore nuovo, uno spirito rinnovato, una santità autentica (cf. Ez 36,23-28) e noi come ci poniamo di fronte a questi doni?

Molti cristiani non hanno il coraggio né il desiderio di cambiare abiti (abitudini) perché, si sa, gli abiti delle feste non sono molto comodi; quelli che usano tutti, invece, sono più comodi e facili da indossare... ti omologano al mondo, facendoti dimenticare che sei chiamato a essere distinto dagli altri, unico, separato (= santo)

Ecco la parabola della festa alla quale il re (Dio) invita tutti senza distinzioni (peccatori e non) perché nessuno di quelli che lui aveva inizialmente invitato (il popolo eletto, quello che avrebbe dovuto vivere senza peccato) vuole parteciparvi. Ma Lui vuole festeggiare, perché vuole condividere la Sua gioia con qualcuno! (cf. Mt 22,1-14). 

La festa di nozze è la festa dell'Agnello, quella di Gesù, alla quale sono tutti invitati, ma di tutti gli invitati c'è uno senza vestito, cioè uno che non vuole cambiare, che fa finta di fare festa ma non vuole prendere veramente parte alla gioia, perché non ha voluto preparsi, vuole continuare a indossare gli abiti comodi ma sporchi del mondo, piuttosto che quelli scomodi ma puliti e dignitosi della festa

Bene, quell'invitato sono proprio io, ogni volta che il Signore mi chiama, perché mi ama, e io coi miei atteggiamenti non voglio aderire al suo insegnamento, al suo modo di fare, e coi miei peccati non voglio ri-vestirmi della Sua dignità, cioè non voglio vestirmi in maniera decente e rifiuto di prendere parte alla festa/gioia che Lui ha preparato per me!

  • Quali sono quegli abiti/abitudini che non riesco proprio a togliermi?
  • Che abito preferisco mettere per prepararmi alla festa del Regno dei cieli prima che sia tardi?
d. Domenico Bruno


martedì 16 agosto 2016

La fatica dell'adesione a Gesù

Ognuno di noi almeno una volta ha desiderato essere Dio... Il problema è che qualcuno è rimasto intrappolato in quel pensiero e si crede di esserlo (cf. Ez. 28,1-10) e qualcun altro si è così offeso che non può esserlo, da allontanare l'idea che Dio esista veramente. 

Eppure i cristiani con il Battesimo hanno ricevuto il germe della vita divina, sono stati divinizzati, ma devono impegnarsi a mettere a frutto questa condizione. Come? Seguendo Gesù!

Il Vangelo (Mt 19,23-30) vuole ricordarci che l'importante non è lasciare tutto, ma seguire Gesù. I cristiani non sono chiamati al pauperismo, non tutti almeno. Lasciare tutto per Gesù significa rinunciare alle proprie certezze, alle proprie idee, ai propri agi, al proprio orgoglio... Tutto ciò che ci fa faticare nell'adesione al Suo insegnamento. 

Accogliere Gesù e rinunciare a tutto ci fa paura, ma Lui ci assicura che chi lo farà riceverà "cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna". 
  • A cosa non so rinunciare?
  • Cosa affatica la mia adesione all'insegnamento di Gesù? Atteggiamenti, cose, desideri, aspirazioni, idee...

d. Domenico Bruno

lunedì 15 agosto 2016

La fedeltà premiata di Maria assunta in cielo



A volte riceviamo tanti auguri inutili e talvolta anche insignificanti, come quelli di "buon Ferragosto". Il 15 agosto è un giorno come un altro, si trova al centro dell'ultimo mese d'estate e tutt'al più ci ricorda che l'estate sta finendo! Ma allora cosa ci auguriamo? Buona giornata? Beh, quello dovrebbe accadere ogni giorno. Buon sole caldo? Ma gli esperti dicono che solitamente il 15 agosto non è più caldo di altri giorni d'estate, e tra l'altro non avrebbe senso. Buon riposo? Ma risulteremmo sarcastici con chi in quel giorno lavora! 

Allora perché "auguri" nel giorno di Ferragosto?

Il dogma di fede dell'Assunzione della Vergine Maria in cielo ci dice il motivo.
Infatti questa solennità è la festa della fedeltà. L'assunzione di Maria al cielo è conseguenza del totale che Maria ha detto a Dio quando fu visitata dall'angelo. È come se la Vergine avesse detto: "Sì, voglio fare la volontà di Dio come ho fatto fino ad oggi, senza mai desiderare di peccare". Il Signore, trovandola degna e "piena di grazia", cioè piena di Sé, non poteva lasciare che il corpo della "benedetta fra tutte le donne" fosse abbandonato alla corruzione; che quella Donna toccata da Dio, "sporcata" da Lui, potesse essere sciupata. Dio ama tutte le creature, ma particolarmente Maria perché ha voluto restargli sempre fedele, sempre vergine (da ogni tipo di peccato), tutta per Lui.

Dio è fedele all'uomo perché tutte le sue promesse le porta a compimento ("come aveva promesso ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre"), è stato fedele a Maria perché le aveva promesso cose grandi attraverso la sua piccola persona ("umile e povera Egli mi ha guardata") e non solo ha realizzato il suo progetto di farle dare la carne al Salvatore del mondo, ma l'ha anche esaltata assumendola in cielo in anima e corpo subito dopo la sua morte fisica, ridandole vita e facendola Regina del cielo tra gli angeli e i santi! Come aveva promesso! E Maria? Maria ci viene donata come esempio di eterna fedeltà che l'uomo può impegnarsi a dare a Dio... se solo abbandonasse i suoi peccati. 

La festa dell'Assunzione di Maria allora ci interroga:

  • Dio mi è fedele sempre, anche quando l'ho abbandonato. Io so essere fedele a Dio? Voglio esserlo? O preferisco il peccato?
  • Dio compie ogni giorno opere nella mia vita, io le so riconoscere?
  • So mettermi a disposizione totale di Dio ascoltando la sua Parola e praticandola affinché Lui possa compiere attraverso di me "cose grandi"?
Da qui l'augurio più bello e significativo di questo giorno: 

Auguri per una vita sempre fedele a Dio
sull'esempio della fedeltà di Maria che è stata premiata con l'immediata assunzione al cielo in anima e corpo.
d. Domenico Bruno



domenica 14 agosto 2016

La corsa della fede è il sapore della vita





È vero: "la vita è un po' da vincere", dice una canzone...

Per il cristiano la vita è una corsa e il trofeo è quel Gesù che, se raggiunto e abbracciato appieno, dona una gioia indicibile!
Quanta gente triste vediamo in giro, quanta gente senza un senso di vita, quanta gente divisa, famiglie rotte... Proviamo a vedere quanto Gesù c'è in queste vite... Spesso è stato abbandonato perché ritenuto noioso (rispetto a uno smartphone che ti propina sempre le stesse cose), inutile (diversamente dallo stare adagiati sul proprio divano), faticoso (perché scomodarsi una volta a settimana per andare a messa richiede molto impegno!). 

E pensare che Gesù non ci ha pensato due volte per farsi mettere in croce per il mio bene, per salvarmi dalla condanna eterna! Lui che è venuto incontro a me e si è messo sulla strada della mia vita, ora mi chiede solo di perseverare nella corsa della fede, di crescere nella fedeltà al suo amore.

Ma come faccio a correre verso il Signore con tutte le distrazioni che ho intorno e con tutti gli ostacoli delle mie fragilità?

La lettera agli Ebrei (Eb 12,1-4) suggerisce due atteggiamenti: restare fissi con lo sguardo su Gesù nostra meta, e correre con perseveranza per raggiungerlo. Ci ricorda, inoltre, che siamo guidati dall'esempio di molti testimoni della fede che si sono impegnati con tutte le proprie forze per restare fedeli... tra questi troviamo i martiri che hanno dimostrato fedeltà a Gesù fino a farsi togliere la vita. 

Proprio come i santi martiri di Otranto di cui oggi ricorre la memoria: di fronte alla minaccia turca che chiedeva di rinnegare Gesù, essi si sono opposti perché convinti che solo Cristo è verità e vita eterna!

Oggi le distrazioni sono molte, e viviamo in una società fatta di sguardi e di immagini. L'impiego della vista e dell'udito sono molto richiesti. C'è un grave rischio: lasciarci assordare da tante false voci e accecare da immagini e da iniziative tecnologiche che, anziché essere un mezzo per allietare i nostri tempi morti, diventano il fine della nostra vita che va morendo e svuotandosi di significato. 

Tutto ciò rallenta la nostra corsa verso Gesù, anzi l'arresta lasciandoci credere che sia inutile e inutilmente faticosa, facendo apparire Gesù un fallito, morto in croce per niente... un perdente! Proprio Lui che ci ha insegnato a guardare fedelmente a Dio anche quanto tutto sembra perso, anche quando il momento è difficile e ha portato avanti la sua missione con perseveranza.

La vita è troppo breve per restare fermi e accomodati sul divano vivendo da falliti.

Non perdiamo tempo! Corriamo, corriamo verso Gesù che vuole riempire la nostra esistenza di cose autenticamente belle.

Solo così potremo vincere!
d. Domenico Bruno


  • Cosa ostacola la mia corsa verso il Signore? 
  • Quali sono i peccati/vizi/atteggiamenti che appesantiscono il mio cammino di fede? Cosa faccio per eliminarli?
  • Qual è quella cosa che mi impigrisce e che preferisco rispetto alla scelta di vivere bene la fede?


martedì 9 agosto 2016

La fiamma da alimentare

Quando nel giorno e nell'ora che meno ce lo aspettiamo arriverà il Signore, noi come potremo dire di esserci preparati? Quando il Signore ci chiederà se lo conosciamo, come troverà le lampade della nostra fede: spente per la poca conoscenza di Dio, oppure ardenti per l'impegno che ogni giorno ci abbiamo messo con la preghiera e con la nostra vita per alimentarne la fiamma? (cf. Mt 25,1-13)

La filosofa ebrea Edith Stein quando ha capito che Gesù l'avrebbe salvata, ha fatto di tutto per approfondirne la consocenza e aderire completamente a Lui. Ecco che poi è diventata Santa Teresa Benedetta della Croce. Ha fatto della croce di Gesù la sua vita e il Signore, trovandola pronta, l'ha coronata con la palma del martirio.

La fede è una fiamma, va alimentata: accontentarsi di conoscere Gesù solo "per sentito dire" non basta. Il Signore già da ora ci manda le prove per irrobustire il nostro spirito e prepararci alla sua venuta. 

Allontaniamo quella sufficienza di vita e di fede che smorza la fiamma. Facciamoci aiutare a cercare un modo col quale aumentare la nostra fede e farci trovare dal Signore con le lampade ardenti in ogni momento.


  • Cosa mi blocca nella fede? 
  • Cosa rallenta il mio cammino spirituale?

d. Domenico Bruno 

domenica 7 agosto 2016

La fede è una caccia al Tesoro!


"Dov'è il vostro tesoro, lì è il vostro cuore" 
(Lc 12, 34).

La gioia che proviamo è data da ciò che abbiamo nel cuore: se abbiamo cose inutili ed effimere, la nostra gioia sarà inconsistente e passeggera e non contagerà nessuno; se abbiamo cose belle e autentiche, la nostra gioia sarà concreta e duratura e contagerà chiunque incontriamo.

Le gioie più belle sono quelle attese, faticate, conquistate... sperate! Questo implica un impegno da parte nostra e richiede tanto tempo! "Finché c'è vita c'è speranza", si dice, quindi finché siamo vivi possiamo impegnarci a ottenere quel tesoro che cerchiamo. Senza perdere tempo! Il problema è cosa cerchiamo?

Per anni Abramo attese fiduciosamente e operosamente che il Signore realizzasse le Sue promesse... e fu premiato.
Per generazioni gli Ebrei attesero la liberazione dall'Egitto obbedendo e pregando insistentemente... e furono realizzati.

Anche a noi, "piccolo gregge" (ovvero tra tutti i cristiani, a quelli autentici che si impegnano a vivere la fede come Dio comanda), Gesù promette la gioia eterna del suo Regno quando Lui tornerà per la seconda e ultima volta. La questione è che non sappiamo né il giorno né l'ora (cf. Lc 12, 32-48). Quindi si tratta di attendere... e nel frattempo darsi da fare, prepararsi a quel momento!

Ma cosa dobbiamo fare? Come ci dobbiamo preparare?

1. Vigilanza: essere vigilanti significa riconoscere e scrutare le occasioni che ogni giorno Dio ci dà;

2. Fedeltà: non lasciarsi contaminare dalle mode e dai modi di fare fare del mondo ("ormai si usa fare così..."), il testimone fedele e credibile è colui che anche quando è difficile seguire gli insegnamenti di Gesù, persevera e va controcorrente;

3. Cintura: mettere la cintura significa sollevare un po' l'abito troppo lungo che rischierebbe di farmi inciampare. Si tratta allora di eliminare quegli ostacoli, quelle cattive abitudini (dal latino abitus, abito) che mi impediscono di camminare speditamente per la strada che il Signore mi ha indicato.

La fede è così, una grande caccia al Tesoro che richiede: ricerca, attesa, impegno.
  • Cosa sto cercando? Come? Dov'è il mio cuore? 
  • Chi/Qual è il mio tesoro?
  • Cosa c'è nel mio cuore? Quali sono le cose importanti per me? A cosa dò priorità?
  • Cosa vuole il Signore da me? Quali sono i miei ostacoli nella ricerca di Dio?
  • Mi voglio preparare per la Sua venuta? Cosa posso fare? Come mi sto impegnando?
d. Domenico Bruno

sabato 6 agosto 2016

Al di là con Gesù

Mentre Gesù parla del Regno ai suoi disdepoli che lo seguivano (Lc 9,28-36), per far meglio comprendere loro ciò che aspetta a chi vorrà seguirlo, si trasfigura (trans-figurare = andare al di là dell'immagine), si mostra nella sua luce pura e beatifica, capace di infondere pace e gioia, l'unica capace di dare una giusta direzione alla vita. 
E di tanta gioia Pietro ne è "ubriacato" al punto da non sapere più quello che dice, ma è talmente felice che vorrebbe non finisse mai quel momento. Ma quel momento non è ora, sarà dopo.

Gesù mi chiede di seguirlo affinché possa, già da ora, sperimentare un po' di quella grande gioia che mi aspetta in Paradiso...

E io lo seguo? Come lo seguo? Ho piacere a stare con Lui oppure vado sempre di fretta e non vedo l'ora che la preghiera finisca per poter finalmente scappare via?


venerdì 5 agosto 2016

"Cosa sei disposto a perdere?"

Il punto è sempre quello: fare da parte l'io per lasciare spazio a Dio.
Gesù (Mt 16,24-28) dice che "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua". Rinnegare se stessi e prendere la croce non è un voto alla sofferenza, tutt'altro! Saremo più sofferenti finché non faremo spazio a Dio credendo di poter fare tutto da soli. 

Jovanotti cantava: "io mi fido di te, hei, mi fido di te, cosa sei disposto a perdere?"
In effetti l'amore richiede fiducia ed è un investimento a perdere... Ma a perdere cosa?

Quando Gesù dice "chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà" non sta facendo un gioco di parole, ma sta parlando d'amore. Quanti hanno sperimentato un grande amore, sia per un figlio appena nato, sia per una persona che si ama tanto, hanno sentito spontaneo il mettersi da parte per dare spazio a quell'amore che ha invaso la propria vita e l'ha riempita di gioia e di senso. 

In amore, non si ha paura di perdere!

L'amore per un figlio significa farsi secondi per dare il primato a quel piccolo essere che, entrando nella propria esistenza, è diventato comandante dei ritmi di vita con lui e per lui. 
L'amore per il partner significa regolare la propria vita per andare incontro alle esigenze e ai bisogni dell'altro, perché stia sempre bene e non resti mai deluso. 

Accogliere Gesù, che è l'Amore, significa impegnarsi con tutte le forze a vivere secondo il suo insegnamento che vuole riempire la nostra vita di gioia! Di Vita!

E io come accolgo l'Amore? So farmi da parte? Mi fido?
Cosa mi blocca nel lasciare completo spazio a Dio nella mia vita? 
Cosa sono disposto a perdere per Dio?



mercoledì 3 agosto 2016

Briciole di fede

Dio non vuole grandi manifestazione della nostra fede... sa benissimo che ne siamo incapaci! Dio vuole solo un briciolo, ma autentico, della nostra fede.
Come la fede della donna importuna che chiede a Gesù la guarigione della figlia... ma dopo averlo riconosciuto "Signore, figlio di Davide". Gesù fa il duro, sembra volerla allontanare, ma la donna riconosce la propria miseria e chiede al Signore una briciola della sua "considerazione" (cf. Mt 15, 21-28).

Il nostro grido a Dio non è indifferente, anche quando sembra fare orecchio da mercante alla nostre richieste. Spesso il suo silenzio è un modo per chiederci "credi davvero in me?". Troppo spesso, infatti, Dio si imbatte in-fedeli che non credono "a prescindere", ma credono piuttosto in un genio della lampada che deve esaudire sempre e solo le proprie richieste... E se restiamo inascoltati, allora Dio non esiste, oppure è un Dio cattivo.

Ma siamo sicuri che sia proprio così? Eppure Dio è così innamorato delle sue creature da fargli la più bella dichiarazione d'amore: "Ti ho amato di amore eterno, per questo continuo a esserti fedele" (Ger 31, 1-7).

Che fede ho? In che Dio credo? Che rapporto ho con Lui?
Quanto sono in-fedele?


martedì 2 agosto 2016

Il poco mio per il molto di Dio

La moltiplicazione dei pani e dei pesci (Mt 14,13-22) ci stupisce sempre e ci ricorda che il Signore ha bisogno di noi, della nostra umanità e del nostro poco per fare grandi prodigi. Lui ci darà la capacità e la forza necessarie... e la gioia che ne consegue! 

Ma perché questo sia possibile ha bisogno anche del nostro . I grandi santi hanno semplicemente fatto questo. Io voglio diventare santo?

Diamogli la nostra completa disponibilità!