domenica 25 novembre 2018

Gesù è il re, noi la corona (Cristo Re)


Un re è una guida forte, un modello di uomo pienamente realizzato, una persona con pieni poteri libera di fare tutto ciò che desidera.

Parlare di Gesù in questi termini sembrerebbe una cosa strana e del tutto impensabile. In effetti allo sguardo umano Gesù è solo uno che si è battuto per il bene, ma alla fine il male ha avuto la meglio su di lui. Eppure, se così fosse, già questo basterebbe a poterlo definire un esempio di persona che lotta per il bene e non si arrende al male.

Si potrebbe dire che Gesù non è riuscito ad affermare il suo ideale perché si è sforzato ben oltre il limite umano, ma non è riuscito a lasciare niente. Se così fosse, potremmo già definirlo un uomo pienamente realizzato perché impiegando tutta la sua umanità a favore di tutti gli uomini l'ha perfino superata.

Infine, si potrebbe obiettare che Gesù sia davvero un re dal momento che non è stato libero di affermare il suo regno sulla terra. E anche su questo si potrebbe imparare da Gesù che il suo regno "non è da questo mondo e il suo potere non è da quaggiù" (cf Gv 18,36) ma è dal cielo, laddove il Padre era dispiaciuto della condotta umana. Così Gesù ha liberamente scelto di porre in essere una forma di amore estrema esercitando la sua libera volontà e il suo più grande desiderio: che il Padre attraverso di Lui perdonasse i peccati degli uomini.

Si realizza così il potere più grande quello dell’amore che dal trono della croce dona agli uomini lo Spirito Santo e con la risurrezione dai morti libera tutti dalla schiavitù della morte. Quale re sarebbe stato capace di tutto questo? Non certo uno di questo mondo!

A differenza dei re della terra, Gesù non sottomette nessuno, anzi vuole sopraelevare tutti e metterli come corona sul suo capo, come emblema della sua regalità e del suo amore. 

  • Quali sono i poteri mondani ai quali mi sottometto?
  • Quanto sono schiavo delle mie passioni? Quali sono?
  • Chi/cosa è “re” della mia vita?
d. Domenico





domenica 18 novembre 2018

Gesù è in viaggio... (33 TO B)


Quando ci mettiamo in viaggio sappiamo quando partiamo e quando dovremmo arrivare. Anche se nulla è mai certo quanto meno abbiamo la possibilità di prepararci per la destinazione che ci attende.

Per le cose di Dio non funziona così. Gesù ci mette allerta che non sempre quando vediamo fenomeni strani dai sapori apocalittici sta giungendo davvero il momento della fine. Oggi molti sono abituati a farsi due calcoli e programmarsi la vita come meglio conviene. 

Anche nella vita di fede ormai si è diffusa questa pratica tipicamente mondana. Molti si avvicinano al Signore solo in età adulta, magari eccessivamente avanzata, perché sentono che la loro vita in terra si sta accorciando e pensano bene di prepararsi un posto in cielo fin tanto che gli resta da vivere. E questo basta? E se il Signore dovesse ritornare a prenderci prima dell'età adulta?

Gesù è in viaggio, ma nessuno, nemmeno Lui, sa quando arriverà! 
Infatti nel Vangelo leggiamo che Gesù dice: «Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre» (Mc 13,32).
Dio Padre è così: gli piacciono gli effetti sorpresa, magari perché vuole che gli siamo fedeli sempre e che mettiamo da parte l'opportunismo che il mondo ci insegna. 

Trattare qualcuno solo perché ci è utile non è un atteggiamento cristiano, tanto meno è un comportamento da riservare a Dio. Il Signore non possiamo prenderlo in giro!

Anche se Gesù non sapeva quando sarebbe giunta la sua ora, quanto meno è riuscito ad avvertire che essa si avvicinava, grazie al rapporto intenso e profondo che costantemente manteneva col Padre. Come quando frequentando una persona continuamente, ne conosciamo le sfumature e iniziamo a prevedere le sue reazioni, ad anticipare le sue risposte, a intuire i suoi desideri... Alcuni santi hanno vissuto proprio in questo modo il rapporto col Signore.

Una cosa è sicura: il Signore tornerà! Fino ad allora, anzichè spendere energie a cercare di "calcolare" il momento preciso del suo arrivo (terribile atto di presunzione che con superbia si imporrebbe finanche all'insegnamento lasciatoci da Gesù), dovremmo iniziare a prepararci giorno per giorno senza rimandare...
  • Come mi sto preparando?
  • Quanto Dio trasmetto ogni giorno con le mie parole e le mie azioni?
  • Che rapporto ho col Signore? 

d. Domenico


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sabato 10 novembre 2018

Dio guarda i dettagli (32 TO B)


Non importa cosa doni, importa come lo doni.

Un uomo ricco che per farsi maestro e per vanagloria dona una parte del suo tesoro. Una vedova che avendo poco dona tutto quel poco che le rimane per vivere.

Gesù non guarda la quantità, Gesù nota il dettaglio: quella donna povera aveva solo due centesimi e se ne priva con gioia. Quel ricco, pur avendo tanto, dona solo qualcosa che potesse servire per farsi notare. La donna agisce per Dio, l'uomo agisce per sé. 

Il ricco da un valore economico a Dio cercando di comprarselo col denaro, la vedova non avendo niente non può quantificare Dio e gli dona quanto di più prezioso possiede, sapendo in cuor suo che non basterà mai. 

Gesù non si compra, ma si ama. E chi ama davvero è pronto a donare tutto, perfino il proprio cuore!

  • Cosa/chi amo?
  • Cosa dono a Dio?
  • Di cosa sono pronto a privarmi per il Signore?
d. Domenico




domenica 4 novembre 2018

Ama Dio sopra ogni cosa (31 TO B)


Impieghiamo energie per fare tante cose e accumulare tanti beni, ma quando si tratta di amare Dio andiamo in “risparmio energetico”. Eppure il Vangelo Mc 12,28-34 dice chiaramente che il comandamento più importante è amare Dio con tutte le forze e con tutto se stessi sopra ad ogni cosa.

Ringraziamo Dio per i beni materiali che ci da, e chiadiamogli di insegnarci a usare quei beni per arrivare a Lui che è la meta, della notra vita. Dobbiamo fare attenzione al rischio di far diventare i beni il nostro fine e ricordarci sempre che sono e saranno sempre un mezzo che aiuta a vivere e aiuta anche ad arrivare a Dio. 

Come si fa? Ce lo dice Dio: “ascolta”. Questo è il comandamento più importante di tutti. Imparare ad ascoltare Dio è l’unico modo col quale il Signore può suggerirci il modo intelligente per usare bene le cose materiali che ci concede di avere. 

Il secondo atteggiamento più importante di tutti è poi amare. L’amore nasce dall’ascolto. Io non posso amare il mio partner se non ascolto il suo cuore e in cosa ha bisogno di essere più amato. Non posso dire di amare qualcuno se non so ascoltare cos’ha da dirmi. 

Amare Dio sopra ogni cosa, poi, significa non amare le cose materiali, ma nemmeno amare se stesso e basta, e paradossalmente significa non amare solo Dio dimenticando l’uomo, bensì vuol dire imparare da Dio ad amare se stessi e gli altri.
  • Mi amo? Come? Quanto?
  • Come posso amare meglio gli altri?
  • Dio è una cosa tra tante, o è una persona al di sopra di tutte?
  • Voglio arrivare a Dio? Come mi sto impegnando per farlo?

d. Domenico

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giovedì 1 novembre 2018

La gioia è la caratteristica dei santi (Tutti i santi)

Molti mi chiedono come essere felici e io rispondo: fatti santo! Non so perché, però, capiscono “fatti prete/suora”, quasi che solo quel tipo di vocazione possa dare la felicità. 

Farsi santo significa seguire le Beatitudini, perché Gesù chiama beati coloro che si impegnano a vivere la pace, la mitezza, la giustizia, la semplicità... e di essi sarà il regno dei cieli.

Ci sono molte figure di santi laici che si sono impegnati a vivere in questo modo ed erano davvero raggianti, chi li conosceva aveva piacere a stare con loro perché essi infondevano fiducia, speranza, pace, gioia...

Non ho mai sentito di santi tristi, piuttosto un po’ bruti, severi, ma ciascuno a suo modo ironico e capace di sorridere e far sorridere. È la dimostrazione che Dio era in lui e lo aiutava a prendere consapevolezza dei propri limiti che solo insieme al Signore possono essere superati.

Vivere la santità significa avere il coraggio di seguire la strada indicata da Gesù, che è la strada verso il cielo. Tutto qui. Se poi durante il cammino si cade, non è un problema. L’importante è rimettersi in piedi e riprendere a camminare... 

Essere santi non significa essere perfetti, ma essere di Cristo!
  • Voglio essere santo?
  • Come vivo la mia santità?
  • Quanto sono capace di sorridere dei miei difetti?
d. Domenico

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