Il vizio è un’abitudine non buona, un’azione sbagliata che compiamo senza nemmeno rendercene conto. Il suo esatto contrario è la virtù: un’abitudine buona. Il problema non sta in ciò che facciamo, ma in ciò che non ci rendiamo conto di fare. Infatti, se compiamo un’azione cattiva e ce ne accorgiamo, facciamo sempre in tempo per correggerci; se compiamo un’azione buona e ce ne rendiamo conto, possiamo migliorarla sempre di più. In entrambi i casi contribuiamo a diffondere il bene.
Per un cristiano autentico questo non basta. Infatti, chi si impegna a fare il bene, può solo essere un buon filàntropo (amante dell’umanità) che può trarre soddisfazione, “profitto”, dal bene che si impegna a compiere. Questo bene molto difficilmente contagerà altri e troverà diffusione.
Nel Vangelo Gesù, a coloro che vogliono seguirlo, non dice soltanto di amare, ma di «amare come io vi ho amati» (Gv 15,9-17), e Lui ci ha amati come lo ha amato il Padre. È interessante vedere come il verbo “amare”, qui usato, è tradotto dal greco agapào, ovvero “amare in modo disinteressato”.
Il Signore non ha amato per essere amato, ma semplicemente per amare e lo ha fatto fino in fondo, senza risparmiarsi la vita.
Purtroppo, siamo sempre più circondati da esempi di falsi amori che, se non ricevono quello che desiderano in cambio (fosse anche l’affetto dell’altra persona), cessano. L’amore non finisce, l’amore può solo crescere, altrimenti è solo una semplice infatuazione (anche se dura da molto tempo!).
Oggi è difficile credere e comprendere la parola “amore”, perché è talmente svuotata del suo senso ed è così minacciata da tanti compromessi che non se ne comprende più il vero peso. Ognuno, ormai, è preso dal vizio di amare tutto e tutti (oggetti, animali, persone, luoghi...). Ma quando passa il momento che alimenta questo fantomatico amore, si cambia filosofia di vita, così come si cambia il cellulare, un’idea, una casa, un animale...
Don Tonino Bello diceva che il contrario di “amarsi” è “aRmarsi”, infatti ogni volta che qualcuno si dà la possibilità di mentire, di tradire un partner, di rubare, di non educare i figli, di non aiutare il prossimo, di essere disonesto, di sopraffare l'altro, ecc., sta aderendo al male e lo fa armandosi di tante giustificazioni, molte delle quali ammantate di buonismo e di falso bene da risultare davvero assurde! È l’esempio concreto di come amare è un vizio e non ci si accorge dell’errore, né del meglio che si potrebbe ancora fare.
L’esortazione di Gesù è continua: «rimanete nel MIO amore». I comandamenti non sono delle proibizioni, ma un manuale di purificazione dell’amore, affinché impariamo ad amare come Lui ci ha amati, in modo disinteressato e capace di donare tutto noi stessi senza attenderci nulla in cambio. Questo porta la vera gioia e libera dallo stress del do ut des, do per avere in cambio.
- Quanto e da cosa è viziato il mio modo di amare?
- Chi amo? Perché?
- Come vivo i Comandamenti?
d. Domenico
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